Altro che bamboccioni. Una radiografia sugli adolescenti ha fatto affiorare quando i ragazzi italiani siano desiderosi di lanciarsi subito nel mondo del lavoro tanto che il 52% di loro ammette di provare più ansia e desiderio nell’attesa di una chiamata per uno stage che non per la conferma di un’uscita con una amica o un amico, magari aspettata da tanto. I motivi? Quelli economici c’entrano ben poco, sebbene il 22% rivela che «uno stage comunque permetta di avere qualcosina a fine mese». Ben il 67% spiega che serve a crescere sotto tutti i punti di vista.
Lo stage aiuta a comprendere e affrontare i propri limiti (24%) e ad acquisire consapevolezza di qualità e talenti sconosciuti o mai espressi (32%); dall’altro, favorisce l’accrescimento delle relazioni sociali allargando la rete di conoscenze sia in termini di amicizie (53%) che contatti professionali (38%). Cosa chiedono alle aziende? Facilitare l’integrazione (41%) e premiare il merito (21%).
E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Sanpellegrino Campus, in occasione della Giornata internazionale dello stagista che si celebra il 10 novembre, condotto con metodologia Woa (Web Opinion Analisys) su circa 3.200 ragazzi – studenti e laureati tra i 18 e i 25 anni – attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community per capire cosa pensano e cosa si aspettano da uno stage.
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