Lo spread tra Btp e Bund apre in rialzo a 303 punti contro i 295 della chiusura di ieri con un rendimento del titolo decennale italiano al 3,57%. Borse in calo: Milano in avvio perde oltre l’1%. In flessione anche Parigi, Francoforte e Londra.
A Piazza Affari tutte le blue chip mostrano una performance negativa, con Ferrari che risulta essere la peggiore -5,60%. Crolla Moncler, con una flessione del 5,07%. Vendite a piene mani su Saipem, che soffre un decremento del 3,50%. Pessima performance per Fiat Chrysler, che registra un ribasso del 3,24%. Ribassi anche per Brunello Cucinelli -3,97%. Sessione nera per Banca Ifis, che lascia sul tappeto una perdita del 3,72%. In caduta libera Biesse, che affonda del 3,48%. Pesante Banca Mps, che segna una discesa di ben -3,19 punti percentuali.
L’ondata di vendite partita alla vigilia da Wall Street ha intanto travolto anche in mercati asiatici. Oltre al tonfo dei tecnologici del Nasdaq, a favorire le vendite sono i timori per l’impatto della guerra commerciale Usa-Cina sui risultati delle aziende e la presa di coscienza dei mercati che è ormai terminata l’epoca delle politiche monetarie espansive. Il risultato è il calo del 3,89% di Tokyo, il tonfo più pesante da fine marzo. In picchiata anche la Cina: Shanghai cede il 5,22%, mentre Shenzhen perde il 6,45%.
Ieri è stato un mercoledì nero a Wall Street, peggiore seduta degli ultimi otto mesi: era infatti da febbraio che gli indici non registravano un calo così forte. ll Dow Jones chiude perdendo il 3,10%, più di 800 punti, a 25.612,13. Il Nasdaq cede il 4,08% a 7.422,05 punti in quello che è la sua seduta peggiore dalla Brexit. A pesare è l’ondata di vendite sui tecnologici, che affonda i listini americani già preoccupati per il balzo dei rendimenti sui Treasury e l’impatto dei dazi sulle trimestrali. Il forte calo alimenta i timori degli investitori che, nell’incertezza, iniziano a sospettare che la battuta d’arresto non sia uno stop momentaneo. La Casa Bianca non si dice preoccupata: «È una correzione in un mercato al rialzo, probabilmente è salutare. Passerà. L’economia americana resta forte», dice un funzionario dell’amministrazione.
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