Le energie rinnovabili si espandono in Africa

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Rinnovabili, anche la grande finanza punta sulla prossima espansione nel continente africano. La “fame” di energia e la mancanza di infrastrutture (reti elettriche in primis) fanno di eolico e fotovoltaico una opportunità senza precedenti per lo sviluppo delle tecnologie “verdi” in tutto il continente. Finora, ci hanno creduto le grandi utility europee e i fondi sovrani dell’area mediorientale. Ma la stabilità politica raggiunta in molto paesi (che consente l’approvazione di regole stabili e una politica di incentivi e/o di aste favorevoli) e il miglioramento dell’efficienza degli impianti (connesso alla diminuzione dei prezzi), ora attira anche i grandi colossi della finanza.

E’ di queste ore l’indiscrezione riportata dal Financial Times di un imminente annuncio da parte di Blackstone, uno dei più importanti fondi di investimento al mondo, per il lancio del suo primo progetto dedicato proprio allo sviluppo delle rinnovabili in Africa. Sarà un investimento di “parecchi miliardi”, frutto di uno studio partito nel 2014 quando vennero prese in considerazione operazioni da sviluppare sia in Egitto che in Marocco. L’investimento riguarderà più in generale il settore energia (non disdegnando anche l’ingresso in dossiere legati all’estrazione di petrolio e gas), ma sarà focalizzato su fotovoltaico e geotermia.

Zarou, il ponte con il medioriente. Come annunciato dal quotidiano economico britannico, Blackstone ha scelto anche il nome per la nuova divisione che investirà nel continente: si chiamerà Zarou, dal nome di un ponte che venne costruito nell’antichità che permetteva di attraversare il Nilo, così da mettere in contato l’Africa con l’Asia. La simbologia è evidente: non solo perché Zarou si interesserà anche progetti nei paesi del Medioriente, ma perchè qui hanno sede i fondi sovrani che maggiormente stanno investendo nelle rinnovabili. Avendo a disposizione i fondi accumulati negli ultimi anni con la vendita di idrocarburi, ora li usano per prepararsi alla transizione energetica e per consolidare alleanze politiche.

Meno energia dell’Europa. In altre parole, il fondo Blackstone si è convinto che non si tratta di un “fenomeno” passeggero, ma che gli investimenti nella green economy sono destinati a crescere e diventare un elemento strutturale dell’economia non solo energetica dei prossimi anni. E l’Africa, dove c’è praticamente ancora tutto da realizzare, è una opportunità da non perdere. Del resto, l’Africa ha la migliore esposizione solare al mondo (oltre 300 giorni all’anno), ma l’energia consumata è inferiore al totale dei consumi dei 150 milioni di cittadini europei.

Solo al 2 per cento. Ma ovviamente c’è ancora moltissimo da fare. Pur non mancando la “materia” prima, secondo le proiezioni dell’International Energy Agency (IEA) nel 2030 saranno 675 milionii cittadini senza elettricità soltanto nell’Africa sub-sahariana, in aumento rispetto ai 590 milioni di oggi. Questo dipende da ragioni di dinamica demografica e di crescita economica. Secondo le stime la popolazione potrebbe raddoppiare nei prossimi trent’anni. Un fenomeno che porterà con sé anche un’urbanizzazione inarrestabile e un aumento della domanda di energia. L’accesso all’energia in Africa è aumentato dal 34% del 2000 al 52 del 2016 (sempre fonte IEA) ma la disponibilità è la più bassa del mondo, con 200 kWh all’anno per abitante. Anche se le rinnovabili rappresentano oggi il 23% della capacità installata complessiva nel continente, questa rappresentan solo il 2% del totale mondiale.

Sceicchi, Cina e Italia. Il grande investitore in Africa è ovviamente la Cina. Il governo di Pechino è interessato alle materie prime e in cambio sta costruendo infrasttture (dai porti alle reti, stradali ed elettriche). Ma nel campo delle rinnovabili, sono soprattutto le grandi utility ed operatori europei da un lato e i fondi sovrano del nondo arabo dall’altro, a primeggiare nel settore delle rinnovabili. Tra i primi è presente anche l’Italia: il gruppo Enel vorrebbe relicare quanto ha già fatto in Sudamerica. dove è diventata leader di mercato nelle rinnovabili e nelle reti, e si è aggiudicata progetti sia in Sud Africa che in Etiopia. Nell’Africa che si affaccia sul Mediterraneo la punta avanzata è il Marocco. Nel sito di Ouarzazate, si sta completando la costruzione della più grande centrale solare del Mondo: fa parte della strategia della casa regnante di portare al 45% la produzione energetica rinnovabile sul fabbisogno totale entro il 2020.

Luca Pagni, Repubblica.it