I musicisti potranno caricare le loro canzoni, anche senza passare per una major (gli unici soggetti che possono farlo direttamente) o altri intermediari
Per poter caricare direttamente la musica su Spotify, gli artisti che non hanno un contratto con una grande etichetta discografica, possono fare affidamento a servizi come Tunecore, a cui devono pagare una quota extra per ogni upload. Il colosso dello streaming però, ha annunciato un cambio di passo: i musicisti potranno caricare le loro canzoni, anche senza passare per una major (gli unici soggetti che possono farlo direttamente) o altri intermediari. Un aspetto importante, è la questione dei pagamenti. Spotify assicura che gli artisti potranno ottenere il 50% degli introiti derivanti dalle riproduzioni del brano e il 100% delle entrate generate dallo sfruttamento altrui del materiale coperto dai diritti. E come fa notare The Verge, si tratta di un accordo che aumenta i diritti dei musicisti: poiché concede percentuali simili a quelle previste nei contratti con le grandi discografiche. Ad esempio, Spotify cede dal 52 al 55% delle entrate a colossi come Universal Music. Per ora, la funzionalità è in fase di test negli Stati Uniti ed è disponibile solo per alcuni musicisti ed etichette indie, che potranno inserire i loro brani nella sezione “Spotify for artists”. A differenza di Soundcloud, una volta caricate, le canzoni non saranno immediatamente disponibili, ma saranno pubblicate in una data prestabilita scelta dall’artista. Il tutto per dare la possibilità a Spotify di controllare che non ci sia materiale coperto da copyright e che i brani non siano già stati caricati da altri soggetti. Infine, l’upload è offerto come servizio gratuito.
Marco Tonelli, La Stampa