Sua moglie dopo 55 anni di amore e matrimonio non lo riconosce più, guarda i loro figli come sconosciuti. L’Alzheimer ha inghiottito volti, nomi, giorni felici. E così Giovanni, questo il nome di fantasia scelto per raccontare una storia d’amore con pudore e riservatezza sulle pagine del “Messaggero Veneto”, ha cominciato a scrivere la loro storia. A mettere nero su bianco i momenti più belli della loro vita insieme tra difficoltà, i giorni duri e quelli allegri, l’arrivo di figli e nipoti. E ogni sera legge ad Alberta qualche pagina, le mostra le fotografie di un’esistenza comune, e negli occhi di lei si accende per qualche istante un barlume. Sembra riconoscere l’uomo che ha sposato, che le porta ancora il caffè a letto ogni mattina, “perché lei ama così”. Il militare in pensione che stira ancora le camicie per la sua bella di 92 anni.
Giovanni un po’ come Noah/Ryan Gosling, che nel film “Le pagine della nostra vita” tutti i giorni racconta all’amata moglie consumata dall’Alzheimer la loro storia, per rivedere nei suoi occhi l’amore (Noah anziano nel film è interpretato da James Garner). Per aiutarla a ritrovare i ricordi perduti, proprio come accade a 150mila persone ogni anno in italia, 12mila solo in Friuli Venezia Giulia i nuovi casi, scrive il Messaggero Veneto. E proprio come Ryan, Giovanni riprende ogni mattina il dialogo interrotto con la moglie, perché ogni giorno bisogna ricominciare, ripercorrere momenti di vita, ricordarle chi è lei e chi sei tu. Per non sentirsi dire, mentre lavi i piatti la sera, “Chi ti ha fatto entrare? Non ti conosco”, dopo 55 anni di matrimonio, figli e nipoti.
“Il suo cervello non trattiene più nulla, i ricordi restano davanti ai suoi occhi per pochi minuti e poi tutto scivola nel buio”, racconta Giovanni, ma non si perde d’animo. Da quando, per la prima volta la moglie non lo ha riconosciuto, lui ha ritrovato l’amore per la scrittura, si è sforzato di ricordare tutta la loro vita. Poi con calma, piano piano, ha messo giù tutti i particolari, aneddotti di mezzo secolo insieme. Dal primo incontro alle nozze col vestito bianco corto e il cappello, dalla passione per la cucina al lavoro di ostetrica.
“Era una donna solare, con la sua forza avrebbe potuto sollevare il mondo”, dice Giovanni mentre la accudisce con amore, tra le medicine e i momenti in cui, nonostante la svagatezza, si prendono ancora in giro, si punzecchiano. Il passato allora torna presente, lei lo guarda riconoscendolo con un sorriso e in quegli attimi tutti gli sforzi, le ore passate a scrivere, trovano un senso.
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