Al Sarraj ricorre alla Forza Anti Terrorismo di Misurata. Sono 47 le vittime in 8 giorni. Salvini in “contatto diretto” con gli italiani
È di 47 morti e 129 feriti in 8 giorni l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute libico, degli scontri tra milizie armate nella capitale Tripoli. Lo riferisce la Missione dell’Onu in Libia, Unsmil, in una nota. Le Nazioni Unite provano a mediare, ma si combatte ancora a Tripoli. Il Consiglio Presidenziale del premier Fayez al Sarraj ha dato mandato alla milizia Forza Anti Terrorismo di Misurata, guidata dal generale Mohammed Al Zain, di entrare nella capitale per organizzare un nuovo cessate il fuoco e far terminare le violenze nella periferia sud della capitale. Il ministero dell’Interno libico, rivela l’emittente locale al-Ahrar TV, ha deciso di spostare la propria sala operativa a Gianzur, un centro abitato del distretto di Zawiya, distante 12 chilometri dalla capitale Tripoli, considerata una località più sicura. L’ambasciata italiana a Tripoli “resta operativa ma con una presenza più flessibile, che si sta valutando sulla base delle esigenze e della situazione di sicurezza” apprende l’Ansa da fonti della Farnesina. “Sono in contatto diretto con i nostri uomini: militari, diplomatici, addetti dell’Eni che in Libia vivono rischi portati da un intervento militare senza senso” ha detto a Radio 24 il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a proposito della situazione di alta tensione nel paese nordafricano. In relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa odierna Palazzo Chigi ha smentito categoricamente la preparazione di un intervento da parte dei corpi speciali italiani in Libia. L’Italia continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione sul terreno e ha già espresso pubblicamente preoccupazione nonchè l’invito a cessare immediatamente le ostilità assieme a Usa, Francia e Regno Unito. Il caos libico è simboleggiato anche da una fuga di massa dal carcere di Tripoli. Circa 400 detenuti sono fuggiti approfittando della confusione dovuta agli scontri tra milizie rivali. “I detenuti sono riusciti a forzare l’apertura delle porte” e a fuggire dal carcere di Ain Zara, ha riferito la polizia, secondo quanto riporta la Bbc. La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha chiesto a tutte le parti in conflitto nella zona sud di Tripoli di incontrarsi domani per raggiungere un accordo di cessate il fuoco. “Sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza e della proposta del segretario generale delle Nazioni unite di mediare tra i vari partiti libici, e sulla base dell’appello delle varie parti, incluso il Governo di accordo nazionale riconosciuto a livello internazionale, per avviare un dialogo urgente sull’attuale situazione di sicurezza a Tripoli, la Missione dell’Onu invita le varie parti interessate a tenere una riunione ampliata martedì in un luogo che sarà annunciato più tardi”, si legge in una nota dell’Unsmil. L’Unione Europea chiede a “tutte le parti di cessare immediatamente tutte le ostilità” in Libia, ha detto un portavoce della Commissione europea, Carlos Martin Ruiz De Gordejuela. In Libia “l’escalation a Tripoli di violenza mina una situazione già fragile. La violenza porterà altra violenza a detrimento dei cittadini libici”, ha spiegato il portavoce. “Non c’è soluzione militare alla crisi in Libia, solo una politica” e l’Ue “sostiene il processo di mediazione delle Nazioni Unite”. Anche l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, in un discorso alla conferenza degli ambasciatori Ue, ha indicato nella Libia una delle principali urgenze “che non possiamo ignorare”.