
(di Cesare Lanza per LaVerità) Scommettiamo che (si vedrà presto), dopo la tragedia di Genova, il governo ha scelto la linea giusta? Ci sarebbe molto da dire sulle reazioni politiche, giornalistiche, degli esperti, della magistratura, della gente, di Autostrade e del governo. Mi limito a una sintesi. Non mi sono piaciuti quei partiti che hanno assurdamente difeso, a prescindere, l’inerzia dei governi precedenti. Bene i giornalisti, con le loro denunzie documentate, mi chiedo però perché in passato non abbiano picchiato fino in fondo, sugli evidenti problemi del ponte. Male gli esperti e gli ingegneri: oggi pontificano, ma dov’erano quando – decenni fa! – si discuteva dell’inadeguatezza della struttura? La magistratura finalmente si è espressa, subito, con chiarezza: non si può parlare di fatalità, è stato un errore umano. La gente – non solo di Genova, città martoriata – è indignata: possibile che in un Paese civile si verifica una tragedia immane come questa? Sono infine sbigottito per il comportamento di Autostrade. Fino al momento in cui scrivo, hanni mandato in video un povero cristo di dirigente a sostenere il fuoco di fila delle domande. Dalla famiglia Benetton proprieteria della società, neanche un sospiro. Né una parola da Fabio Cerchiai, uomo colto e raffinato, collezionista di prestigiosi incarichi, al vertice di Autostrade; o dall’ad Giovanni Castellucci, o da Francesco Delzio (relazioni esterne). Vero che paghiamo i pedaggi più cari d’Europa? E perché il contratto di concessione era segretato? E perché non si è intervenuti alla manutenzione straordinaria? Qualcuno parli: è un dovere. Bene perciò ha fatto il governo a intervenire, subito.