
Paolo Villaggio, l’inventore di Fantozzi
(di Cesare Lanza per LaVerità) Scommettiamo che c’è una minacciosa percentuale di masochismo, nelle nostre scelte per le rigeneranti vacanze estive? Vi parlo del mio caso, ispirandomi a un amico e maestro, Paolo Villaggio, inventore dell’immortale Fantozzi, a cui mi sento vicino, non solo d’estate. Dunque, da trent’anni mia moglie ha scelto Spotorno (tra Savona e Sanremo) come l’unica possibile meta per il mare. Mi sono chiesto a lungo perché. Subito ho pensato a un suo amore segreto per un bagnino. Ma poi la mia infantile gelosia è sparita: i bagnini passano, Spotorno resta, con innumerevoli attrattive. Prima di tutto, per raggiungerla da Roma è una passeggiata: in auto, cinque ore al minimo, se non c’è traffico; in treno sei ore fino a Genova, se non ci sono ritardi, poi si cambia. Il primo anno neanche mi era chiaro dove si trovasse, Spotorno: la confondevo con Spoleto, suscitando la superba ilarità di coloro che a Spctorno sono orgogliosamente nati (e non sanno né vogliono sapere, dove sia la mia intrusiva Spoleto). Mia moglie ha voluto un appartamento in affitto pieno di qualità: siamo a una mostruosa distanza dallo stabilimento balneare; al secondo piano, senza ascensore (sono più vicino agli ottanta che ai settanta, «due piani a piedi fanno bene, no?»); non c’è aria condizionata, ma ventilatori di discutibile efficienza. Mia moglie è molto ospitale: che importa se in casa ci sia un solo (piccolo) bagno? È importante stare bene insieme, anche se qualcuno rischia di farsela addosso. In trent’anni, sempre respinta la possibilità di trovare una casa al mare a un’ora da Roma. Da molto tempo non ci provo più. Siamo fatti così: scontenti, ma felici.