Oggi sono case vuote, spesso in degrado o murate. Un giorno potrebbero diventare l’abitazione di coloro che le avranno acquistate – a 1 euro – e sistemate. Se in Italia si moltiplicano le iniziative di questo genere, più di dieci anni dopo l’operazione avviata a Salemi, in Sicilia, dall’allora sindaco Vittorio Sgarbi, anche la Francia, alle prese con lo spopolamento di alcune città, segue l’esempio. E quattro mesi dopo il lancio, a fine marzo, dell’operazione «casa a 1 euro», Roubaix, città industriale del Nord del paese, comincia a tirare le fila: finora sono più di 70 le candidature depositate. Dopo la valutazione, una trentina di potenziali acquirenti ha potuto visitare le case. Le abitazioni saranno attribuite a fine settembre, poi si dovranno firmare i documenti e lanciare i cantieri. Il prezzo irrisorio si accompagna però a una contropartita: gli acquirenti dovranno realizzare lavori conformi a quanto deciso dalla municipalità. Colpita dal calo della popolazione, conseguenza della deindustrializzazione, Roubaix è animata dalla volontà di riconquistare il proprio territorio. «Intervenire sulle case vuote contribuisce a dare l’immagine di una città che trasforma le sue difficoltà in opportunità», osserva il sindaco, Guillaume Delbar. Il 54% delle candidature arriva da abitanti della città. Per i candidati, che devono essere nelle liste degli aventi diritto all’accesso sociale, l’immobile dovrà essere una prima casa. Numerose famiglie dai redditi modesti potranno dunque diventare proprietarie. La sperimentazione potrà essere replicata anche in altre città della Francia. L’iniziativa di Roubaix ricorda da vicino quella lanciata qualche anno fa a Liverpool, in Gran Bretagna. Stesso destino per le due città, vittime della fine dell’era industriale.
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