“Penso ad esempio – ha aggiunto Bonisoli – a Pompei: chi ci va a novembre? Magari la prima o tutte le domeniche di quel mese si può aprire gratis perché non c’è tanta gente. Il problema è quando si viene costretti dal ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con migliaia di turisti stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis”. Bonisoli ha anche sottolineato che “se uno pensa di pagare una cosa e improvvisamente diventa gratis sembra un pò una fregatura: portare avanti questo progetto ben oltre il periodo per cui era stato pensato non va bene”.
Idee, queste, non del tutto nuove: il ministro aveva già accennato alla sua idea di abolire le prime domeniche gratuite indiscriminate, per i musei e i siti di interesse culturale. Stavolta, però, è stato più esplicito e articolato, nel bocciare il progetto che è stato uno dei fiori all’occhiello del suo predecessore, Dario Franceschini. Progetto che, ricordiamolo, ha avuto sui grandi numeri molto successo, con un aumento di visitatori in tanti splendidi luoghi d’arte del Belpaese. Nell’elenco dei 480 musei coinvolti – tutti statali – ci sono la Pinacoteca di Brera e il Cenacolo vinciano, il parco archeologico del Colosseo, le terme di Caracalla, Ostia antica, gli Uffizi a Firenze e Pompei, solo per elencarne alcuni.
E infatti, non a caso, a stretto giro è arrivata (via Facebook) la replica di Franceschini. “In questi mesi – ha scritto – ho scelto di non parlare del ministero che ho guidato per 4 anni e di non commentare le scelte e i programmi del mio successore. Mi è sembrato giusto per correttezza nei confronti di chi inizia una esperienza. Ma questa volta non posso tacere perché le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da Sud a Nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti. Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani”. Poco dopo, con i giornalisti, è stato ancora più tranchant: “Abolirle non ha alcun senso logico”.
Critiche anche dal segretario del partito di Franceschini (il Pd), Maurizio Martina: “Solo nel 2017 più di 3,5 milioni di persone hanno potuto visitare gratis il nostro patrimonio artistico e culturale. Vogliono le bellezze d’Italia solo per pochi e non come bene pubblico. È già pronto lo slogan: meno cultura per tutti”.
A difesa del ministro, invece, sono intervenuti parlamentari M5s delle commissioni Cultura di Camera e Senato: “Il superamento dell’iniziativa, annunciato dal ministro Bonisoli già in sede di audizione in commissione, significa farsi carico delle criticità e individuare soluzioni più efficaci e razionali concordate insieme ai direttori delle strutture. Il metodo dell’ascolto e della partecipazione viene confermato, dunque strumentali e sterili appaiono le polemiche seguite all’annuncio”.
Repubblica.it