E il governo studia la pace fiscale: 3 aliquote in base al reddito. Obiettivo: 35 miliardi
Non era un condono, come non lo è la «pace fiscale» che il governo giallo verde si appresta a varare.La Rottamazione bis, arrivata alle battute finali spinge i contribuenti a pagare per intero imposte e multe non pagate evitando la sanzione.La fase due inizierà in questi giorni e fino alla fine del mese, con l’invio ai 950 mila contribuenti che hanno aderito delle lettere con gli importi e i bollettini per i versamenti che dovranno iniziare a luglio. In ballo, la cancellazione di 4,5 milioni di cartelle e avvisi dei fisco.La molla che ha spinto il governo che l’ha varata, l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni, così come le precedenti versioni non è alleggerire il conto ai contribuenti. Semmai la ricerca di entrate extra. La rottamazione Bis era il piatto forte della Legge di bilancio del 2018. Le entrate attese dai pagamenti che inizieranno a partire da luglio, sono di 2 miliardi di euro nel triennio 2018-2019.A giorni arriverà la «Comunicazione delle somme dovute» per i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione entro il 15 maggio. La macchina ha dato problemi fino alla fine. Al Consiglio nazionale dei commercialisti sono arrivate segnalazioni di problemi con il sistema informatico e di malfunzionamento del sito. Tanto che fino all’ultimo i professionisti hanno sperato in una proroga.Non l’hanno ottenuta, ma tutti sanno che la rottamazione bis non sarà l’ultima. Il contratto di governo della maggioranza M5s Lega prevede esplicitamente la cosiddetta pace fiscale. «Non un condono», ha ribadito due giorni fa a l’Intervista di Maria Latella su Sky il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia.Non c’è ancora certezza sui dettagli, ma l’intenzione della maggioranza guidata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio è quella di aprire una maxi rottamazione con una variante inedita che la rende progressiva. In sostanza la somma dovuta varierà a seconda del reddito.L’intenzione è di limitarla a debiti con un importo massimo di 200mila euro. Lo sconto sulle tasse da pagare è maggiore rispetto a quello delle ultime rottamazioni e si ipotizza, sulla linea di proposte di legge presentate dalla Lega nella passata legislatura, di modularlo su tre aliquote.In generale si possono estinguere i debiti fiscali pagando il 25% della somma dovuta. Per i redditi fino a 18mila euro l’aliquota è del 6%. Più alta se si ha una casa di proprietà: il 10%, soglia che vale per chi ha redditi fino a 24 mila euro. Le somme non comprendono sanzioni e interessi. La sanatoria non si applica ai contributi. Nel complesso le entrate di una rottamazione del genere potrebbero arrivare a 60 miliardi di euro (i crediti del Fisco ammontano a circa 600 miliardi di euro). Stime più recenti si fermano a 35 miliardi complessivi, cinque dei quali nel 2019.È sempre difficile prevedere quanto porteranno alle casse dello stato le sanatorie fiscali, così come fare stime sulla lotta all’evasione. Non è un caso che per legge non è possibile mettere queste due voci tra le entrate previste nella legge di Bilancio. Sono misure una tantum, ed è possibile contabilizzarle solo una volta che sono state applicate.Insomma, sarà difficile per il governo coprire la riforma fiscale, in primo luogo la flat tax, ricorrendo alla maxi rottamazione delle cartelle. Possibile invece finaziare queste misure con un fondo finanziato dalla rottamazione.
Antonio Signorini, ilgiornale.it