Governo, domani alle 19,30 il Senato voterà la fiducia

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si recherà domattina verso le 12 in Senato per esporre il programma. Poi lo consegnerà alla Camera. Quindi tornerà alle 14,30 a Palazzo Madama per la discussione e il voto finale. Ecco i numeri di maggioranza e opposizione nel Parlamento

Grande attesa per il voto di fiducia al governo Conte che avverrà domani alle ore 19,30 nell’Aula del Senato. Sarà una giornata pesante per il premier Giuseppe Conte che nella tarda mattinata farà la spola tra Palazzo Madama e Montecitorio. Il protocollo prevede che il presidente del Consiglio si rechi prima nell’Alta Camera – è atteso per le 12 – per esporre il programma di governo. Subito dopo raggiungerà la Camera dei deputati per consegnare il programma. Quindi tornerà alle 14,30 in Senato dove avverrà la discussione e poi il voto di fiducia.

• I NUMERI AL SENATO
Al Senato, primo vero banco di prova, il nuovo governo può contare – numeri alla mano – su 167 voti certi: 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta. Si tratta dei 58 senatori della Lega e dei i 109 del Movimento 5 stelle. A questi dovrebbero aggiungersi almeno altri 4 voti, facendo salire la maggioranza a quota 171. Sempre che le dichiarazioni a favore fatte in occasione del giro di consultazioni svolte da Giuseppe Conte – allora premier incaricato – da parte di due ex grillini (Maurizio Buccarella e Carlo Martelli) e due esponenti del Maie (Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario) vengano confermate. Numeri che potrebbero crescere ulteriormente, e arrivare a 174-175 sì, qualora anche il gruppo delle Autonomie a Palazzo Madama – che aveva lasciato aperto un canale con il professore di Diritto – dovesse optare per il voto favorevole alla fiducia.
Di diverso, rispetto alle previsioni iniziali, c’è anche l’astensione del gruppo di Fratelli d’Italia, che conta 18 senatori. In un primo momento orientato verso il no alla fiducia, dopo gli ultimi contatti il partito di Giorgia Meloni ha invece cambiato linea e ha annunciato l’astensione. I voti contrari, quindi, dovrebbero essere 61 di Forza Italia, 52 del Pd e quelli di alcune componenti del gruppo Misto. Dunque, se lo scenario fosse confermato, il governo Conte a Palazzo Madama avrebbe almeno 10 voti di margine rispetto alla maggioranza assoluta.

Con la riforma del regolamento del Senato approvata a dicembre 2017, infatti, il voto di astensione al Senato si uniforma a quello della Camera e non sarà più considerato voto contrario.

• I NUMERI ALLA CAMERA
Alla Camera, invece, l’esecutivo giallo-verde ha una maggioranza schiacciante, con 346 voti (222 deputati M5S e 124 leghisti). Sono 30, quindi, i voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta di 316. Anche qui i consensi potrebbero aumentare, sempre grazie ad alcuni deputati ex M5S e ad alcuni componenti del gruppo Misto. FdI – come al Senato – dovrebbe astenersi, mentre Forza Italia, Leu e Pd hanno annunciato voto contrario.

• LE COMMISSIONI
Subito dopo la fiducia, si passerà alle commissioni permanenti dei due rami del Parlamento: i gruppi dovranno indicarne i rispettivi componenti, starà poi a loro eleggere presidente e ufficio di presidenza di ciascuna commissione. Venerdì e sabato, primo impegno internazionale Giuseppe Conte, con il G7 che si terrà a La Malbaie in Canada.

• I PRECEDENTI
Guardando a qualche precedente, il Matteo Renzi nel febbraio del 2014 incassò 169 sì alla prima fiducia a Palazzo Madama, contro 139 no. Stessi numeri a favore per Paolo Gentiloni nel dicembre del 2016 (169 sì). Enrico Letta, sempre al Senato, poteva contare invece su un’ampia maggioranza bipartisan che nel settembre del 2013 votò la fiducia con 235 sì.

Alberto Custodero e Monica Rubino, Repubblica.it