Le considerazioni del governatore di Bankitalia sulla relazione annuale
Per il governatore della Banca d’Italia «non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie» perché «è a tutti evidente la delicatezza e la straordinarietà del momento che stiamo vivendo». Sono parole pesate quelle di Ignazio Visco, nel corso delle Considerazioni finali, l’annuale incontro in programma a palazzo Koch. L’appuntamento cade nel giorno in cui lo spread sfonda pericolosamente i 300 punti, il massimo dal giugno del 2014, e in cui è attesa la presentazione dei ministri del governo di Carlo Cottarelli.
Secondo Visco, che è al primo anno del suo secondo mandato da governatore, data la straordinarietà di queste settimane è dunque necessario rispettare i parametri europei, «non per rigidità a livello Ue o minacce speculative, ma perché le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l’allocazione delle risorse a livello nazionale e globale».
I punti sottolineati nella relazione toccano il debito pubblico, la riforma delle pensioni, il destino europeo dell’Italia, i vincoli Ue e la situazione delle banche italiane. Tutti temi fondamentali per il futuro e la stabilità del paese. E comunque «al di là di meschine e squilibrate valutazioni», dice Visco con un probabile riferimento ad articoli di stampa pubblicati in alcuni paesi europei, «la fiducia nell’Italia è grande sul piano economico e su quello civile».
«Il destino dell’Italia è in Europa»
La certezza per Visco è comunque che il futuro del nostro paese resta in Europa. Un passaggio questo rivolto chiaramente ai partiti anti-sistema, Lega e M5S. «Il destino dell’Italia è quello dell’Europa», il cui sviluppo «determina il nostro e allo stesso tempo ne dipende», spiega il governatore. E’ dunque importante che «la voce dell’Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell’Unione europea», come ad esempio il Consiglio europeo in programma a fine giugno dove sono in discussioni temi come la governance dell’Unione, il suo bilancio pluriennale, la revisione della regolamentazione finanziaria.
«Consolidare i conti pubblici. No a scorciatoie sul debito»
Per Visco, comunque, «la condizione essenziale è conservare la credibilità del processo di consolidamento dei conti pubblici». E dunque, in una fase espansiva e con la politica monetaria ancora (per poco) accomodante della Bce di Mario Draghi «non è utile aumentare il disavanzo», come invece avevano immaginato Lega e Movimento 5 Stelle. I vincoli infatti «non sono le regole europee, è la logica economica. A essa e strettamente connesso l’obbligo, che tutti abbiamo, di non compromettere il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuol dire accollare loro quello che oggi non si vuol pagare». E a proposito di debito, ammonisce che per ridurlo «non vi sono scorciatoie». «Se venisse a repentaglio» il valore dei risparmi dei cittadini, i risparmiatori «reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo. E gli investitori stranieri sarebbero più rapidi». Uno scenario che metterebbe a rischio la stabilità del paese.
«Rischioso fare passi indietro sulle pensioni»
Uno dei temi più discussi nelle ultime settimane è il superamento della legge Fornero, come previsto anche dal contratto tra Lega e Cinque Stelle. Per Visco però le riforme sulla previdenza fatte in passato «rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica e sarebbe rischioso fare passi indietro». Quelle riforme, per il governatore di Bankitalia, «hanno risposto alla necessità di tenere conto dell’allungamento della vita media nel definire il rapporto tra i contributi versati e l’entità e la durata della prestazione». Certo, aggiunge, sono «possibili interventi mirati volti a ridurre qualche rigidità ma compensati in modo da assicurare l’equilibrio attuariale del sistema».
Nicola Lillo, La Stampa.it