Negli ultimi tre mesi il 64% degli italiani ha mangiato fuori casa e il 42% ha scelto locali etnici. Sono 3,3 milioni coloro che mangiano regolarmente, almeno una volta al mese, cibo non italiano, secondo una ricerca di Nielsen che l’azienda di analisi dati ha presentato oggi in Sardegna, a Santa Margherita di Pula (Cagliari), in occasione dell’apertura della 34esima edizione di ‘Linkontro’, evento dedicato alla business community dei consumi, in programma fino al 19 maggio prossimo. Sono 14 milioni gli italiani che dichiarano di aver mangiato in ristoranti e locali di cucina etnica tra gennaio e marzo 2018, cioe’ il 42% dei 33,6 milioni che hanno dichiarato di aver mangiato fuori casa almeno una volta nel periodo in analisi. Rispetto al 2013, gli italiani che hanno aumentato il consumo di ethnic food in locali e ristoranti sono 7,6 milioni, il 28% di chi sceglie anche questo tipo di cibo quando mangia fuori casa. Il 52% ha dichiarato un consumo stabile. Ma per il 48% degli italiani la cucina preferita e’ esclusivamente quella nazionale. Per il restante 52% (35% alterna cucina italiana ed etnica, il 17% sceglie solo cucina etnica), le principali preferenze da gustare sono le seguenti: il 23% sceglie la cucina cinese, il 22% quella giapponese, il 9% quella messicana, turca 8%, indiana 5%. “La nostra si configura sempre piu’ come l’epoca del cambiamento”, rileva l’ad di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia. “Siamo di fronte a una molteplicita’ di fattori che simultaneamente giocano un ruolo decisivo, spostando l’asse di equilibrio del consumatore. Quello della cucina etnica risulta essere un trend che va sempre piu’ radicalizzandosi nel nostro rapporto con il cibo. Non possiamo tralasciare l’impatto che una nuova formula di alimentazione puo’ avere nei confronti del grocery. Ci troviamo di fronte a un consumatore sempre meno prevedibile, alla ricerca di esperienze piu’ che di prodotti”.”Non si tratta piu’ di mettere al centro dei nostri parametri di misura i volumi”, evidenzia Fantasia, “ma la capacita’ dei nostri prodotti di rispondere alle esigenze di un consumatore sempre piu’ globalizzato ed espressione di un mix culturale di non sempre facile lettura. Tale mix culturale costituisce per il mondo della grande distribuzione una sfida che non ci puo’ cogliere impreparati”. Tra coloro che scelgono cibi etnici nei ristoranti, il 46% dichiara che che lo fanno per mangiare piatti che non si cucinano in casa, il 42% perche’ amano il gusto esotico, il 37% per variare, il 15% perche’ costa meno mangiare in locali etnici rispetto ai ristoranti italiani, il 10% per scoprire nuove ricette da replicare a casa, l’8% perche’ il servizio e’ veloce, il 7% per comodita’, il 4% anche per motivi salutistici (15% non sa / altri motivi).Dalla ricerca di Nielsen sul fenomeno dell’e-food channel, emerge che l‘8% degli italiani, pari a 4,4 milioni di persone, ha utilizzato i servizi online di food delivery almeno una volta. Il dato sale al 22% se si isola il profilo “25-34 anni” e scende al 2% nella fascia “55-64 anni”. L’80% di chi ha utilizzato il servizio l’ha fatto almeno una volta negli ultimi 3 mesi, con una frequenza media di 0,8 volte al mese. Due milioni di persone (53%) ordinano sul web solo piatti italiani, 630mila individui (18%) solo cibi etnici, 1 milione (29%) sia italiano sia etnico. Dall’analisi del trend di utilizzo dei servizi di e-food channel, emerge che il 27% (1,2 milioni di italiani) dei fruitori di e-food channel ha aumentato abbastanza o in maniera significativa gli ordini online rispetto al 2017. Il 78% degli italiani dichiara di essere coperto da un servizio online di food delivery, nelle grandi citta’ il dato sale al 95%. Nielsen ha analizzato anche la tendenza a cucinare piatti etnici in casa. Sono 20,7 milioni gli italiani che tra le mura domestiche si dilettano in ricette etniche. Tra questi, 8,6 milioni (43%) cucinano piu’ piatti non italiani rispetto al 2013, il 35% con la stessa frequenza, il 22% (4,8 milioni) meno spesso. Inoltre, la meta’ dei consumatori italiani, 26 milioni di persone, rispetto al 2013 ha aumentato l’utilizzo di prodotti/ingredienti etnici per arricchire le proprie ricette, dimostrandosi aperti a provare nuovi sapori. La sperimentazione nella preparazione di ricette etniche in casa e’ una pratica diffusa soprattutto tra i piu’ giovani (25-34 anni), mentre le fasce piu’ mature si dimostrano le piu’ tradizionaliste e restie all’acquisto di questi prodotti al supermercato: solo il 7% degli over 65% dichiara di voler trovare una piu’ ampia offerta di ethnic food tra gli scaffali. Sono 18,1 milioni, un terzo del campione (34%), quanti dichiarano di acquistare piatti etnici pronti nella grande distribuzione, ma la tendenza e’ in aumento: 6,8 milioni di italiani (35% dei consumatori) comprano piu’ etnico “ready to eat” rispetto al 2013. Sono i cosiddetti “superfood” a trainare in parte questa crescita grazie al numero di benefici che apportano all’organismo e alla loro presenza in gran parte dei cibi provenienti da “lontano”. Il 30% degli intervistati ritiene che gli alimenti etnici facciano bene alla salute, il 14% li ritiene sani e il 6% leggeri. Sempre piu’ Asia arriva nelle nostre cucine, tanto che il 21% degli intervistati dichiara di aver aumentato il consumo di riso basmati rispetto al 2013. Allo stesso tempo, i nuovi ingredienti di origine esotica si mescolano alle ricette del Bel Paese: il 28% dichiara di utilizzare piu’ zenzero rispetto al 2013, il 22% la curcuma e il 17% il curry.La cucina messicana risulta essere la piu’ preparata (31%). Le “ready to eat” piu’ acquistate al supermercato sono invece la cucina turca (78%), la giapponese (77%) e la cinese (65%). Piu’ di 2 italiani su 3 ritengono che la cucina etnica non sia una moda passeggera.