Creato dai ragazzi dell’alberghiero, grazie alla intelligenza artificiale fa l’analisi chimica e organolettica, individua il vitigno di provenienza, indica la temperatura ideale, suggerisce persino i piatti da abbinare
Individua il vitigno di provenienza, ne elenca le caratteristiche, suggerisce persino i piatti da abbinare. Proprio come un vero sommelier. È il robot progettato dai ragazzi dell’Istituto di istruzione superiore Gae Aulenti di Biella. Una macchina dotata di intelligenza artificiale in grado di assaggiare il vino e di valutarlo a partire già dall’etichetta. “Sfruttando appositi sensori può analizzare il ph e dare informazioni sul livello di acidità, la presenza di solfiti, il grado alcolico, persino il colore del vino. Questi parametri gli consentono di specificare la temperatura a cui dovrebbe essere servito e i piatti migliori a cui accompagnarlo”, spiega il professor Giuseppe Aleci. Sommelierobot, questo il nome del prototipo, impiega i servizi Microsoft cognitive per il riconoscimento visivo, ottenendo così una descrizione precisa di ciò che inquadra. Che sia una bottiglia o un calice di vino. Sfruttando una tecnologia object tracking memorizza ogni etichetta, creando una sorta di piccolo catalogo di vini. Procede poi all’“assaggio” vero e proprio, attraverso sensori digitali e manuali. I giudizi che fornisce sono così molto simili a quelli di un intenditore. “Il robot è in grado di colloquiare con chi gli sta davanti grazie a un chatbot realizzato dai nostri ragazzi e simile ai più famosi assistenti virtuali come Siri e Cortana”, continua il professore. L’idea nasce dallo sviluppo di un progetto già avviato dalla stessa scuola lo scorso anno per le Olimpiadi di robotica e il Maker Faire di Roma, la fiera europea sull’innovazione. Il primo robot progettato dagli studenti si chiama Caesar ed è nato per la ricerca di sopravvissuti in caso di calamità naturali. Anche lui è in grado di muoversi in maniera autonoma, di riconoscere quel che vede, di rispondere alle domande. Gli studenti delle classi terza e quarta del professionale, indirizzo Manutenzione e assistenza tecnica, hanno lavorato su quel chatbot, per modificare il “carattere” del robot. Nella progettazione hanno potuto contare sull’aiuto dei compagni dell’alberghiero: un sommelier in carne ed ossa assaggiava il vino e il suo responso veniva poi confrontato con i parametri riconosciuti dal robot. “L’idea – spiega il docente – era proprio quella di integrare i diversi corsi di specializzazione dell’istituto e rendere 4.0 anche un settore come l’agroalimentare”.
A domanda Sommelierobot risponde. In presenza di una connessione wifi, è in grado di collegarsi a Internet per attingere a nuove informazioni. Altrimenti il codice per continuare a interagire con l’uomo si autoscrive da solo, per fornire risposte sempre precise alle sollecitazioni esterne. “Non potrà mai sostituire l’uomo per la varietà infinita di sensazioni che il nostro palato è in grado di provare”, ammette il professor Aleci. “Può rivelarsi però un valido strumento per un controllo generale all’interno della cantina. Per valutare i parametri più importanti e dirci se sta procedendo tutto bene”.
di Giorgia Pacino, La Repubblica