Fmi rivede in lieve rialzo il Pil dellʼItalia: nel 2018 a +1,5%. Ma l’incertezza politica mette a rischio le riforme

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“L’Italia dovrebbe rivedere la contrattazione salariale collettiva così da consentire una maggiore flessibilità per allineare i salari con la produttività”

L’Italia accelera nel 2018, mettendo a segno una crescita dell’1,5%. Ma resta fanalino di coda di Eurolandia, che sperimenta tassi di crescita più alti. Lo afferma il Fmi nel World Economic Outlook. La Germania cresce infatti quest’anno del 2,5%, la Francia del 2,1% e la Spagna del 2,8%. La Grecia crescerà del 2,0%. Madrid e Atene sono però alle prese con tassi di disoccupazione molto più elevati di quello dell’Italia. Nel World Economic Outlook, citando Brasile, Colombia, Italia e Messico, si afferma che “L’incertezza politica dà anche origine a rischi di attuazione delle riforma o alla possibilità di riorientamenti delle politiche, anche nel contesto delle elezioni imminenti o delle loro conseguenze immediate in diversi Paesi”.
Secondo l’Fmi, l’Italia dovrebbe rivedere la contrattazione salariale collettiva così da consentire una maggiore flessibilità per allineare i salari con la produttività. L’Fmi poi prevede un calo del tasso di disoccupazione italiano che, comunque, resta saldamente sopra il 10%. Il Fmi stima una disoccupazione in calo dall’11,3% del 2017 al 10,9% del 2018 e al 10,6% del 2019. In Eurolandia la disoccupazione è attesa scendere dal 9,1% del 2017 all’8,4% di quest’anno e all’8,1% del 2019.

www.huffingtonpost.it