E’ quanto afferma l’associazione rappresentativa degli agricoltori Coldiretti, dopo la risposta di ieri di Pechino ai dazi imposti da Trump, che colpiscono ben 128 prodotti americani per un valore di 3 miliardi di dollari.
In particolare, il vino italiano potrebbe avvantaggiarsi della situazione di tensione nelle relazioni commerciali fra i due paesi, dopo che le esportazioni Made in Italy verso la Cina hanno raggiunto un record storico di oltre 130 milioni di euro nel 2017 (+29%).
Gli Stati Uniti hanno esportato vino in Cina per un valore di 70 milioni di euro in aumento del 33% nel 2017 e si collocano al sesto posto nella lista dei maggiori fornitori, immediatamente dietro all’Italia. Per effetto di una crescita ininterrotta nei consumi la Cina è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo, ma è in testa alla classifica se si considerano solo i vini rossi.
“Un mercato strategico per i viticoltori italiani mentre per quanto riguarda la frutta fresca l’Italia può esportare al momento in Cina solo kiwi e agrumi anche se il lavoro sugli accordi bilaterali per pere e mele è ad uno stadio avanzato e potrebbe aprire opportunità, dopo lo stop alle forniture statunitensi”, afferma Coldiretti.
C’è anche qualche preoccupazione alimentata dal protezionismo. Secondo l’associazione degli agricoltori, infatti, “l’estendersi della guerra dei dazi tra i due giganti dell’economia mondiale ai prodotti agroalimentari apre scenari inediti e preoccupanti nel commercio mondiale anche con il rischio di anomali afflussi di prodotti sul mercato comunitario che potrebbero deprimere le quotazioni”.
Teleborsa