L’industria era reduce da una fase di rialzi: gli affari sono scesi del 2,8% mensile e le commesse del 4,5%. Ma la variazione annua è positiva rispettivamente del 5,3 e del 9,6%
Il 2018 parte con il freno per l’ industria italiana, che registra un calo di fatturato e ordinativi rispetto al dicembre 2017 pur mantenendo un ritmo di crescita nel raffronto annuo. Secondo i dati diffusi dall’Istat, a gennaio il fatturato dell’industria italiana, dopo tre rialzi consecutivi, arretra, scendendo del 2,8% rispetto al mese precedente. Secondo la serie storica si tratta del ribasso più accentuato da settembre del 2016. Tuttavia su base annua il dato resta positivo, con i ricavi in crescita del 5,3% (stima corretta per gli effetti di calendario). Se a livello congiunturale sono risultati in calo sia il mercato nazionale che quello estero, nel confronto annuo entrambi sono in positivo (+4,6% all’interno e +6,3% fuori). Discorso simile per gli ordinativi che segnano una flessione del 4,5% rispetto a dicembre, quando avevano registrato una decisa accelerazione. La contrazione investe sia il mercato interno che quello estero, ma a pesare di più è proprio l’ambito nazionale (-6,4% contro il -1,9% di fuori confine). L’Istat vede le commesse comunque in netta crescita su base annua, con un aumento del 9,6% (dato grezzo). Per il solo comparto degli autoveicoli si segna una caduta del fatturato dell’11,0% su base annua. In calo, ma più tenue, anche le commesse, in discesa dell’1,4%, sempre in termini tendenziali (dati grezzi). Il Codacons mette in evidenza l’andamento altalenante dei dati negli ultimi mesi. “Dopo una serie di positivi rialzi il fatturato torna ad arretrare a gennaio – spiega il presidente Carlo Rienzi – A pesare sull’andamento dell’industria italiana è senza dubbio il trend negativo dei consumi, che proprio a gennaio hanno visto le vendite calare nel nostro paese del -0,8% su base annua e del -0,5% su mese. Ecco perché desta particolare preoccupazione la forte diminuzione registrata dall’Istat per i beni di consumo durevoli che a gennaio, rispetto al mese precedente, scendono addirittura del -3,8%”..
la Repubblica