Nella maggior parte delle città italiane negli ultimi due anni sono diminuite le annualità di stipendio necessarie per acquistare un immobile.
Il mercato immobiliare è ripartito e continuerà a crescere quest’anno e il prossimo fino a raggiungere la cifra nel 2019 di quasi 600 mila compravendite (597 mila). È la previsione contenuta nel Rapporto Coop 2017 basata su dati immobiliari elaborati dal Ref. Nel 2016, le compravendite immobiliari erano state 534 mila. Ma a medio termine però le cose potrebbero cambiare: «nella concezione dei millenials la casa si spoglia del suo contenuto di bene e cassaforte di famiglia, per diventare servizio», sostiene il rapporto e «secondo alcune proiezioni entro i prossimi 10 anni un terzo di coloro che oggi sono acquirenti andranno a riversarsi sulla locazione». Nella maggior parte delle città italiane negli ultimi due anni sono diminuite nettamente le annualità di stipendio necessarie per acquistare una casa: a Roma per esempio dalle 8,9 annualità necessarie nel 2015 si è scesi a 6,8 annualità; a Milano da 9,7 a 7; a Palermo da 3,6 a 2,8. Per l’indagine sono stati presi in considerazione gli anni di stipendio necessari per un’abitazione di 80 metri quadri. Il calo maggiore a Firenze dove le annualità sono passate da 8,6 a 5,5. A Napoli se nel 2015 servivano 6 annualità si è scesi a 4;a Torino da 5 si è passati a 3,7 a Genova da 4,6 a 3,5; a Bologna da 7,3 a 4,7.
In Italia 4 italiani su 5 sono proprietari della casa nella quale vivono: una percentuale più alta della media europea dove sono in media il 70% e ancora meno in alcuni paesi come Germania (52%), Gran Bretagna (64,6), Francia (64,3%). Prime le regioni del Sud: in testa il Molise con il 93,1% di proprietari, seguito da Abruzzo (88,1%), Basilicata (87,3%), Sardegna (87,6%). Ultimi in classifica valdostani (72,2%) e campani (70,3%) con percentuali comunque più alte della media Ue.
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