Pirelli ha chiuso il 2017 con ricavi per 5,3 miliardi, in crescita del 7,6% sullo stesso periodo dello scorso anno (+7,9% la crescita organica) e con un utile netto delle attività in funzionamento balzato del 60,5% a 263,4 milioni. L’utile netto contabile, si legge in una nota, è ammontato a 175,7 milioni, in crescita rispetto ai 147,6 del 2016. In forte calo l’indebitamento finanziario netto, che scende a 3,2 miliardi. Come già reso noto al mercato, il cda proporrà all’assemblea di non distribuire alcun dividendo e di riportare a nuovo l’intero utile dell’esercizio, i cui risultati «sono in linea con il percorso del piano industriale 2017-2020». La differenza tra l’utile contabile e quello delle attività in funzionamento è legato alla perdita di 87,6 milioni relative alle attività degli pneumatici “industrial’” che non contribuiranno più ai risultati di Pirelli in quanto scorporate. I conti 2017, spiega la nota, evidenziano una «decisa crescita» nel segmento degli pneumatici ad alto valore aggiunto, i cui ricavi sono cresciuti dell’11,8% e hanno visto l’incidenza sul fatturato salire al 57,5% (dal 55,3% del 2016) e quella sull’ebit adjusted ante costi di start up all’83% (dall’81% nel 2016). L’ebit adjusted (risultato operativo rettificato) ante costi di start-up è salito del 9,7% a 926,6 milioni, con un margine sui ricavi in aumento al 17,3% (17% nel 2016). Nel quarto trimestre il margine è stato pari al 18,7%. Le aree Apac (Asia Pacifico) e Nafta (Nord America) si confermano quelle a maggiore profittabilità.
È stato un ottimo 2017 per Pirelli: i ricavi sono cresciuti del 7,6%
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