Secondo l’European Transport Safety Council, sono oltre 5.000 le morti che avrebbero potuto essere evitate nel 2016 utilizzando gli “alcol interlock”
Eccesso di velocità, mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, distrazione al volante e guida sotto l’effetto di alcol: sono questi i quattro principali fattori che nel 2016, sulle strade dei paesi dell’Unione Europea, hanno causato la morte di quasi 26mila persone. Un dato preoccupante, soprattutto alla luce del fatto che secondo le stime quasi un quarto delle vittime – 5.120 – abbiano perso la vita per colpa dell’alcol.
Oltre 5mila vite stroncate dalla guida in stato di ebbrezza
La stima arriva dall’Etsc, l’European Transport Safety Council, un ente nato nel 1993 proprio per monitorare la sicurezza sulle strade europee, che a conclusione di uno studio recentemente presentato alle case automobilistiche, e ai governi dei paesi membri dell’Ue, una raccomandazione finalizzata proprio a dare un giro di vite alle morti causate da guida sotto l’effetto di alcol: installare sui veicoli professionali di nuova costruzione (e su quelli di proprietà di persone che hanno avuto in passato pretendenti specifici in materia) i cosiddetti “alcol interlock”, dispositivi che sottopongono il guidatore a un alcol test e impediscono alla vettura di mettersi in moto in caso risulti positivo.
Come funziona l’alcol interlock
L’Etsc ha preso in considerazione i 28 Stati membri dell’Unione Europea insieme con Israele, Norvegia, Serbia e Svizzera, osservando i progressi fatti nei singoli paesi negli ultimi dieci anni nel ridurre le morti su strada legate all’abuso di alcol. E sebbene la stretta legislativa e l’aumento di controlli e altre misure preventive abbiano contribuito al calo di incidenti mortali, lo stato di ebbrezza resta ancora una delle principali cause di decesso su strada, e dunque un problema da risolvere.
Da qui l’idea di diffondere i dispositivi alcol interlock su veicoli usati per lavoro e su quelli che appartengono a chi ha già avuto denunce legate alla guida sotto l’effetto di alcol, una proposta che nel 2015 era già stata presentata negli Stati Uniti e che in Francia (dove il governo ha investito in un importante pacchetto di misure sulla sicurezza stradale che coinvolgono anche l’uso dello smartphone) è già stato annunciato per i guidatori ubriachi recidivi e per gli autobus. Anche Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia e Svezia hanno deciso di ricorrere all’interlock, offrendo a chi è stato sorpreso ubriaco alla guida di iniziare un percorso di riabilitazione installandolo sulla propria auto.
Secondo l’Etsc, questi programmi si sono dimostrati una delle misure più efficaci per combattere l’abuso di alcol al volante, e dovrebbero di fatto essere estesi a tutta l’Unione Europea: l’ente ha già chiesto che nel corso della revisione sulla normativa di sicurezza prevista per maggio 2018, la Commissione Europea approvi l’installazione di un’interfaccia elettronica standard per tutte le auto di nuova costruzione, in grado di facilitare l’adozione dell’interlock quando richiesto dalla legge.
L’uso di dispositivi di questo genere unito a un atteggiamento di tolleranza zero, per l’Etsc, contribuirebbe in maniera significativa a diminuire i decessi su strada, come dimostrano gli ottimi risultati ottenuti in Estonia, dove gli incidenti dovuti allo stato di ebbrezza sono calati del 90% grazie ad alcol test più accurati e all’abbassamento della percentuale di alcol nel sangue consentita per legge, fissata adesso a 0,2 grammi per litro (in Italia è 0,5).
Il consumo di alcol nell’Unione Europea
Interessante è anche l’analisi che l’ente ha condotto sul consumo di alcol nei singoli paesi dell’Unione Europea nel 2015: in cima alla classifica dei bevitori più accaniti ci sono gli abitanti della Repubblica Ceca e la Lituania, dove i cittadini (lo studio ha preso in considerazione solo i maggiori di 15 anni) consumano mediamente tra i 14 e i 16 litri di alcol all’anno. La Gran Bretagna è di poco sotto con 12 litri l’anno, seguita da Francia, Germania e Spagna che restano invece sui 9 litri di media l’anno. L’Italia, a sorpresa, rientra tra i paesi più virtuosi: gli abitanti dello Stivale consumano una media di 6 litri di alcol all’anno. Più sobria in assoluto, invece, è la Turchia: non più di 2,4 litri l’anno. “Leggi più rigorose sono fondamentali per risolvere il problema della guida in stato di ebbrezza in Europa, e quei conducenti che continuano a mettersi al volante dopo avere bevuto, nonostante i controlli e le sanzioni gli alcol interlock sono un valido strumento di riabilitazione – è stato il commento di Antonio Avenoso, executive director dell’Etsc -. Allo stesso modo, è cruciale che gli autisti cui sono affidati veicoli per il trasporto di merci o passeggeri non guidino mai se hanno superato il limite. Molte flotte in Europa stanno utilizzando questa tipologia di dispositivi, ed è ora che diventino una caratteristica standard”.
La Stampa