Centro blindato per il comizio di CasaPound a Torino

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Oltre cento agenti per evitare scontri: la battaglia è iniziata sui social

 

Per ora la battaglia resta confinata alle pagine dei social network. Le stesse che, la scorsa settimana, per prime avevano annunciato l’arrivo a Torino di Simone Di Stefano, leader e candidato premier di CasaPound. Poche ore, e alla locandina pubblicata dai militanti torinesi del partito della tartaruga ne è stata preparata un’altra, che puntando sull’assenza di indicazioni precise sul luogo dell’incontro ha lanciato lo slogan «Staniamo Di Stefano». Ad aderire all’iniziativa non ci sono soltanto i principali promotori, che poi sono i «Giovani antifascisti Torino» e «Bollettino antifascista San Salvario». All’appuntamento si presenteranno anche diverse sezioni dell’Anpi e gli attivisti dei centri sociali, Askatasuna in testa. Incassato il no della Gam per ragioni di sicurezza e opportunità – fatto che pare abbia infastidito non poco i militanti che contavano di poter accogliere il proprio candidato premier nell’auditorium di corso Galileo Ferraris – Simone Di Stefano parlerà nella sala messa a disposizione dall’Ambassador di corso Vittorio Emanuele. Hotel quattro stelle della catena Nh, praticamente in centro. E a due passi dalla questura e dal comando provinciale dei carabinieri. Qui le porte, per chi vorrà assistere alla presentazione di programma e candidati, si apriranno alle 21. Due ore prima, invece, inizierà la contromanifestazione antifascista. Presidio in piazza Carlo Felice, davanti alla stazione di Porta Nuova, e probabile corteo che tenterà di raggiungere l’angolo tra corso Vittorio e corso Vinzaglio. Negli ultimi giorni quelli di CasaPound e i collettivi antifascisti non se le sono certo mandate a dire, tra sfottò e minacce che non hanno però mai superato i confini del web. Ma le proteste di domenica scorsa a Napoli e l’aggressione a un dirigente di Forza Nuova a Palermo, l’altra notte impongono la massima attenzione anche sulla scena torinese. Così, da questo pomeriggio, il centro si annuncia blindato. Con più di cento uomini, tra poliziotti e carabinieri, impegnati a scongiurare possibili contatti e scontri.

La Stampa