È Davide David, padre del campione scomparso Leo
La missione olimpica degli atleti azzurri in Corea, a PyeongChang, è cominciata e tutta la Valle d’Aosta fa il tifo, ma la comunità walser della Valle del Lys ha due motivi in più. Alle Olimpiadi ci sono anche i fratelli Mark e Karen Chanloung, gressonari di La Trinité con doppio passaporto italo-thailandese, campioni di sci di fondo. Ma soprattutto la curiosità è grande per Davide David. Storico maestro di sci ed ex campione di alto livello, classe 1929, nato a Gressoney-Saint-Jean, ma dal matrimonio residente a Gressoney-La-Trinité, dove gestisce un negozio di articoli sportivi, nell’autunno del 1973 era a Seul, con il fratello Dante. Ed è anche merito loro se oggi quel Paese ospita le Olimpiadi invernali. «Mio fratello era in Corea a dirigere un hotel – racconta Davide David – e io lo raggiunsi. Insieme andammo in un luogo di media montagna, molto freddo». Il sopralluogo aveva un fine ben preciso: «Un amico di mio fratello – aggiunge -, un ricco coreano che mandava il figlio a sciare in Austria, era intenzionato a creare piste da sci in quei luoghi non abitati». Davide David era l’uomo giusto: a Gressoney aveva tracciato le piste di Punta Iolanda e di Weissmatten. «Non era un lavoro facile perché c’erano molti alberi, ma riuscimmo a tracciare degli schizzi per la creazione di piste da fondo e da discesa. E i tracciati sono poi stati realizzati seguendo i nostri schemi».
Proprio quelle piste sono le stesse che oggi ospitano i Giochi. «È una grande emozione rivedere quei luoghi – dice Davide David – trasformati grazie ai nostri progetti. Quando siamo tornati a Gressoney ci hanno inviato le foto dei lavori iniziati, ma non essendo più tornati in Corea, le Olimpiadi sono l’occasione per vedere l’esito degli interventi». La memoria di Davide David per le piste da sci è proverbiale. Anche se sono passati oltre 60 anni dal suo primo titolo italiano in discesa libera, ricorda ancora con precisione quella gara e quel tracciato. «La prova si era disputata nel 1953 a Bardonecchia – racconta – . La parte finale era molto ripida, simile al muro di Weissmatten, mentre la prima sezione rispecchiava la tracciatura delle discese di quegli anni: poche curve e velocità elevata». Dopo il titolo di Bardonecchia, riuscì nel bis a Cortina nel 1957. Quell’anno, la società che aveva appena aperto la seggiovia di Punta Jolanda a Gressoney-La-Trinité lo contattò per organizzare la Scuola di sci e per avere consigli sui tracciati delle piste. Tutte esperienze che fece poi valere per l’incarico in Corea.
Intanto Davide David nel 1958 si era sposato con Maria Follis: dal matrimonio nacquero Daniela e Leonardo, il campione di sci azzurro morto il 26 febbraio 1985 per le conseguenze di una caduta in pista dopo aver conquistato 4 podi in Coppa del Mondo a fine Anni 70. Una pista di Gressoney porta il suo nome.
La Stampa