Per i Cinque Stelle, il Jobs Act è stato un fallimento

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Beppe Grillo

“Un articolo del Corriere della Sera conferma finalmente cio’ che il M5s ripete da anni su disoccupazione reale, fallimento del Jobs Act e pessime condizioni del lavoro in Italia. Meglio tardi che mai”. E’ quanto si legge sul blog di Beppe Grillo, in un post a firma del Movimento 5 stelle.
“Ecco l’eredita’ dei governi a guida Pd, molto lontana dai proclami su twitter: il tasso di disoccupazione reale e’ piu’ del doppio di quello ufficiale. Se ai 2,9 milioni di disoccupati ufficiali del terzo trimestre 2017 aggiungiamo i 3,2 milioni di persone che non hanno cercato lavoro nell’ultimo mese ma che sarebbero disponibili a lavorare subito, arriviamo a 6,1 milioni di disoccupati, cioe’ oltre il 20% della ‘forza lavoro’effettiva. Un dato devastante. I posti di lavoro creati nell’ultimo triennio sono di pessima qualita’. Lo dimostra il monte ore lavorate: ad ottobre 2017 abbiamo quasi recuperato i posti di lavoro pre-crisi, a quota 23.082.000, ma si lavora oltre 1 miliardo di ore in meno rispetto al 2008. Questo significa che i nuovi posti di lavoro sono in gran parte part-time involontari. D’altra parte l’Istat conta tra gli occupati anche chi lavora 1 sola ora a settimana. Così è facile gonfiare i dati per vantare una ripresa che non esiste”, spiega M5s.  “A pagare il conto piu’ salato sono stati i giovani tra i 25 e i 34 anni, fascia d’eta’ che ha registrato a fine 2016 un tasso di disoccupazione (ufficiale) del 17,7% contro l’11,7% complessivo. Se poi contiamo i cosiddetti Neet (giovani che non lavorano, non studiano e non si formano) siamo al vertice in Europa con 3,2 milioni di persone, cioe’ il 29,1% dei 25-34enni”, prosegue M5s.
“La responsabilita’ e’ almeno in parte della riforma Fornero, votata dai partiti e lasciata intatta dal Pd. Le differenze territoriali sono enormi, con un tasso di occupazione intorno al 70% in molte province del Centro-Nord ma sotto il 38% in molte del Sud, fra le quali Reggio Calabria, Palermo e Napoli. Il governo Renzi aveva promesso il rilancio in grande stile del Mezzogiorno, la realta’ come al solito e’ ben diversa”, viene sottolineato. Il Jobs Act “a drogato il mercato del lavoro garantendo alle imprese un bonus da 24.180 euro in tre anni per i nuovi assunti a tempo indeterminato e sostituendo l’art.18 con un misero indennizzo. In questo modo alla fine del triennio, cioe’ nel 2018, a molte imprese converra’ licenziare i neo-assunti lucrando la differenza tra il bonus percepito e l’indennizzo al lavoratore. Anche i dati sui contratti di lavoro dimostrano la truffa: dal 2016, anno in cui il bonus triennale e’ stato ridotto, i nuovi contratti a tempo indeterminato sono crollati lasciando il posto ai contratti a termine, cresciuti del 13,4% solo nell’ultimo anno. Un disastro a cui si aggiunge la difficolta’ di collegare domanda e offerta di lavoro. Anche su questo i governi Pd sono rimasti a guardare, mentre il reddito di cittadinanza del M5S prevede 2,1 miliardi di euro solo per rinnovare e potenziare i centri per l’impiego. Il lavoro deve tornare al piu’ presto al centro dell’azione di governo, come recita la Costituzione”, si legge ancora.