Domicilio digitale per tutti. Non solo per imprese, professionisti e p.a. Tutti dialogheremo e ci scambieremo atti con valore legale con gli strumenti dell’elettronica. È l’obiettivo, a portata di mano, anzi di click, disegnato dal decreto legislativo approvato in via definitiva dal governo l’11 dicembre. Si tratta di un provvedimento che modifica il Codice dell’amministrazione digitale («Cad», decreto legislativo 82/2005), cioè il provvedimento principale sulla modernizzazione del sistema di lavoro della p.a.
Il primo tassello è costruire la rete elettronica che unisce tutti i soggetti dell’ordinamento, siano essi persone fisiche, professionisti, enti pubblici e privati.
L’altro filone è la dematerializzazione integrale dei supporti contenenti comunicazioni con valore legale.
La combinazione dei fattori tecnologici e giuridici (i due aspetti si integrano) devono produrre possibilità di vita e di lavoro più efficaci.
Domicilio digitale. Il domicilio è il centro degli affari e degli interessi, è il luogo utile per mandare avvisi, comunicazioni, atti e provvedimenti. Questo luogo per alcune categorie ha ormai cessato di essere un luogo fisico, al quale si inviano documenti con una materialità cartacea.
Professionisti, imprese e p.a. hanno acquisito dimestichezza a inviarsi non più raccomandate di posta ordinaria, ma comunicazioni di posta elettronica. E l’indirizzo di posta elettronica ha acquisito, anche nella sensibilità individuale e nella percezione diffusa, un ruolo preminente, anzi esclusivo. Non si manda più un documento cartaceo a un edificio che ha una buca delle lettere; si manda un file a una destinazione virtuale e cioè a un indirizzo di posta elettronica.
ItaliaOggi