Cedute le quote della Frazil, cassaforte che controlla Guido Berlucchi srl. Sullo sfondo si parla di un possibile interesse di un gruppo francese del lusso: «Non vendiamo»
Guido Berlucchi, azienda simbolo della Franciacorta con 4,2 milioni di bottiglie prodotte nel 2016, passa formalmente alla seconda generazione. Arturo, Cristina e Paolo hanno rilevato tutte le quote (precedentemente di maggioranza) detenute dal padre Franco nella Frazil, cassaforte che ha il 95,8% della Guido Berlucchi srl.
Il futuro della Berlucchi
A seguito dell’operazione, perfezionata a fine luglio, la Frazil è oggi equamente divisa fra i tre fratelli Ziliani e la Pac srl, società di proprietà della famiglia. Il 4,2% della Guido Berlucchi non detenuto dalla Frazil è diviso tra gli stessi Arturo, Cristina, Paolo e il padre Franco, che resta quindi socio della Guido Berlucchi con un simbolico 1,2%. Non si tratta di un cambio traumatico: Franco Ziliani resta presidente dell’azienda con sede a Borgonato di Corte Franca. Secondo i rumors, un colosso del lusso francese si sarebbe interessato alla Guido Berlucchi ma i figli avrebbero preferito declinare l’offerta. «Non mi risulta ma se così fosse ci farebbe onore. Ora abbiamo appena rilevato le quote e non abbiamo alcuna intenzione di vendere. Sottolineo che abbiamo fortemente voluto la permanenza di nostro padre come presidente», spiega Cristina Ziliani. Arturo smentisce l’interessamento francese «ma ogni anno gruppi nazionali e stranieri si interessano alla Guido Berlucchi, simbolo del made in Italy». In calendario non ci sono operazioni straordinarie: «Continueremo a investire e un domani, qualora si presentassero le giuste condizioni, potrebbero esserci delle acquisizioni». L’azienda, 42 milioni di fatturato nel 2016, deve fare i conti con le gelate e le grandinate che hanno ridotto le rese di questa vendemmia. «La resa dovrebbe essere attorno al 50% rispetto alla produzione dello scorso anno, in ogni caso troveremo il modo di valorizzare il nostro Franciacorta e non ci saranno particolari cali del fatturato», spiega Arturo.
Vittorio Cedelli, Corriere della Sera