L’acceleratore di imprese iStarter ha selezionato dieci aziende di “Made in Italy digitale” e le ha presentare a una platea di investitori internazionali nella capitale britannica. Nei prossimi mesi il tour proseguirà a Pechino e New York
La strada per crescere passa da Londra: almeno per le dieci aziende innovative a guida italiana che la scorsa settimana si sono presentate a cento investitori italiani e internazionali a “Made in Italy 2.0.2.0”, evento organizzato dall’acceleratore di imprese iStarter, che ha una delle sue sedi proprio nella capitale britannica.
Le aziende selezionate da iStarter sono caratterizzate da una forte componente digitale, e spaziano in diversi settori: dal gioco per bambini – ideato per far loro apprendere le basi della programmazione – all’ecommerce di scarpe artigianali e vino; dalle telecomunicazioni – una scheda sim che consente di usare anche all’estero le app di messaggistica via internet senza pagare il roaming – alle biotecnologie, con il progetto di un dispositivo per curare l’insufficienza cardiaca [link al pezzo che ho scritto]. Progetti innovativi nati da pochi anni, che finora hanno raccolto complessivamente capitali per 25 milioni di euro e che iStarter ha lo scopo di far crescere ancora, sia in Italia che all’estero.
Che cos’è un acceleratore di imprese
A differenza di un incubatore – che offre strutture e finanziamenti per far nascere un’impresa a partire da un’idea – un acceleratore serve infatti ad aiutare aziende che sono nella cosiddetta fase di “scale up”: sono cioè già attive e hanno bisogno di investimenti per consolidarsi, allargare i loro mercati e diventare sempre più competitive.
«iStarter è nato proprio per promuovere la crescita delle imprese italiane che riteniamo più promettenti» ha detto a La Stampa il presidente Nicola Garelli. La società, fondata nel 2012, mette assieme cento soci di capitale: imprenditori o manager italiani con ruoli importanti in aziende internazionali, che hanno deciso di investire nell’acceleratore e nei progetti che ogni anno vengono scelti «in una logica di “give back”, cioè di “restituire” una parte delle nostre esperienze a una nuova generazione di imprenditori nati nel nostro Paese, soprattutto aiutandoli – grazie al nostro network – a trovare i finanziamenti per espandersi» ha aggiunto.
«Ognuno dei soci – ha poi spiegato – riceve moltissime proposte e passa quelle che ritiene più interessanti al team di iStarter, per un’analisi più approfondita: quelle che hanno migliori indicatori di prestazione e prospettive di sviluppo vengono selezionate per presentarle agli investitori». Fino al 2016, l’acceleratore ha sostenuto 19 startup, raccogliendo capitali per oltre 7 milioni di euro.
Le migliori idee digitali nate in Italia
“Made in Italy 2-0.2.0” è perciò per iStarter «un modo per investire nell’ecosistema italiano, dove il mercato del venture capital – cioè della raccolta di capitali di rischio per sostenere nuove aziende – è ancora una realtà piccola», a differenza che nella City, ha detto il direttore operativo della sede britannica dell’acceleratore, Simone Cimminelli: «Un evento-vetrina per mettere in relazione gli investitori stranieri con i migliori progetti imprenditoriali nati in Italia – o concepiti da italiani – nel settore digitale».
Tra quelli scelti quest’anno, alcuni applicano le innovazioni del mondo di internet alla diffusione delle eccellenze italiane: ad esempio ViniExport, una piattaforma per rendere più semplice ai piccoli e medi produttori di vino vendere i loro prodotti ai grandi acquirenti internazionali; oppure Velasca, un portale su cui acquistare online scarpe artigianali realizzate nelle Marche. Ma ci sono anche app come Debut, dedicata a studenti e neolaureati in cerca del primo lavoro e che ha per clienti aziende come Microsoft e L’Oreal, o BeMyEye, usata da oltre trecento imprese per monitorare la diffusione dei propri prodotti. A chi la scarica e si registra arrivano delle notifiche su dei lavori da fare, ad esempio verificare se un prodotto è presente in un punto vendita scattando una foto, oppure fingersi cliente e valutare come un commesso spiega una promozione: quando li ha svolti riceve una ricompensa.
Prossime tappe, Cina e Stati Uniti
Le aziende che si sono presentate a Londra – nella sede dell’associazione degli ingegneri civili, a pochi passi dal Parlamento – sono «opportunità d’investimento di alta qualità», ha detto Garelli nel suo discorso, illustrando agli investitori presenti le ragioni per finanziare le imprese innovative che nascono nel nostro Paese: la forza che il «brand Made in Italy» ha nel mondo, le elevate competenze di tecnici e imprenditori italiani, l’attesa per un sempre maggiore sostegno del governo alle nuove imprese. E se finora iStarter è stato principalmente «un ponte tra Italia e Regno Unito», nei prossimi mesi la sua attività si estenderà anche ad altre piazze finanziarie. A ottobre le imprese selezionate verranno infatti presentate anche a Pechino, mentre a gennaio 2018 sarà la volta di New York, dove l’acceleratore aprirà una nuova sede operativa.
La Stampa