Il sindaco di Parma, ex 5 stelle, si schiera coi Radicali italiani a favore di +Europa
Contatti con il ministro Calenda, Cottarelli e Saviano

Emma Bonino arruola Federico Pizzarotti. La lista (+Europa) che la leader radicale sta costruendo insieme a Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova godrà dell’appoggio del sindaco di Parma, che dopo il divorzio (in pratica l’espulsione) dal M5s non si era accasato con nessuno e aveva affrontato, con successo, la campagna elettorale per la ricandidatura a capo di una lista civica. Adesso si schiera e Magi afferma: «Federico ha già dato la sua disponibilità». Quindi saranno insieme nell’avventura elettorale di marzo, anche se egli non sarà candidato poiché vuole onorare l’impegno a terminare il mandato. Ma se si dovessero ripetere le elezioni…
Pizzarotti aveva fondato, insieme ad alcuni sindaci civici, tra i quali quello di Cerveteri, Alessio Pascucci, il movimento Italia in Comune, replay dell’iniziativa che a suo tempo promosse Leoluca Orlando con la sua iniziativa arancione. Ma come per Orlando, pure questa nuova formazione fatica a ingranare. Anche perché i sindaci la pensano tra loro diversamente. Per esempio Pascucci s’è schierato col piddino presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che si ricandiderà.
Pizzarotti ha invece rimandato al mittente le avances del Pd. Anche se Renzi & Co. potevano forse fare di più per convincerlo. Dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, amico di Pizzarotti: «Il Pd ha sbagliato a non dargli credito, ora può essere un alleato in uno scenario anche di politica nazionale. Lo conosco e lo stimo molto». Da parte sua Pizzarotti non si sottrae al confronto: «Noi a Parma abbiamo creato questo percorso civico partendo da una carta dei valori. Qualcosa che i partiti hanno perso progressivamente».
Il sindaco di Parma ora è in grado di far vedere i sorci verdi ai grillini. Se lui dice no, il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, si ritrova in difficoltà ad accogliere l’sos di Virginia Raggi per lo smaltimento dei rifiuti romani. «Chi è più inefficiente chiede sostegno a chi è efficiente», dice Pizzarotti, «ma questo è un alibi che non deve diventare un fatto sistematico. Parma non si sottrae al senso di responsabilità istituzionale, ma è bene chiarire un punto: in cinque anni la nostra città ha raggiunto l’80% di raccolta differenziata, divenendo uno dei modelli di eccellenza in Italia e in Europa. Se tutte le città facessero come noi non ci sarebbe bisogno di queste richieste. Avrei gradito una telefonata del sindaco Raggi, perché ogni comune può avere delle difficoltà, ma sappiamo bene che i rapporti umani e le telefonate non sono nelle corde di molti esponenti del movimento».
Intanto Magi sta serrando le file della lista +Europa. Tra i candidati vi saranno Andrea Mazziotti, Silvja Manzi, Antonella Soldo, Piercamillo Falasca e Carmelo Palma. Pizzarotti ha condiviso il pressing dei radicali, non riuscito, per l’approvazione della legge sullo ius soli e condivide l’obiettivo di un’Europa federata, così come è prospettata dal documento della Bonino e compagni: «Rilanciare con coraggio la prospettiva dell’unità europea o precipitare all’indietro nella conflittualità fra gli stati nazionali è una scelta dirimente ovunque in Europa ed è la partita che si giocherà anche in Italia alle prossime elezioni con conseguenze potenziali di enorme portata: se l’esito fosse un governo delle politiche sovraniste populiste, l’effetto conseguente sarebbe la dissoluzione stessa dell’Ue».
Lui ha partecipato all’ultimo congresso dei Radicali italiani, dai quali aveva ricevuto appoggio ufficiale in campagna elettorale e nella sua lista civica aveva inserito pure il leader dei radicali locali. Adesso si va alla campagna elettorale. Nel mirino ci sono i grillini («La rivoluzione culturale del M5s è chiudere i negozi la domenica e durante le festività. Una proposta classista, contro famiglie, occupazione, investimenti e libertà delle persone») ma anche Liberi e Uguali («Laura Boldrini annuncia la candidatura e invoca gli Stati Uniti d’Europa ma Stefano Fassina vuole l’uscita dall’euro») e la destra radicale: «CasaPound è un’organizzazione palesemente fascista», dice Pizzarotti, «parla alla pancia delle persone, soffia sul fuoco dell’esclusione, del razzismo, della rabbia. Ci sono situazioni difficili nelle nostre città e in Europa da qualche anno a questa parte. Ma il fascismo di CasaPound non è la risposta».
Conquistato Pizzarotti, Della Vedova, ex Scelta civica, sottosegretario agli esteri nel governo Gentiloni, sta cercando di portare a casa l’adesione del ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda. I due fondarono il movimento Forza Europa, che ora è confluito nella lista +Europa. Così come Carlo Cottarelli e Roberto Saviano, che hanno espresso apprezzamenti.
Carlo Valentini, ItaliaOggi