“Se alle elezioni il Pd andrà male e Renzi verrà fatto fuori nella resa dei conti interna, noi saremmo pronti a sederci anche con il Pd e la sinistra”. Luigi Di Maio, capo politico del M5S e candidato premier per il MoVimento alle prossime elezioni politiche, è pronto alla grande svolta, se condo quanto riporta il quotidiano La Stampa. “Nello staff di Di Maio è stato letto con molta attenzione un articolo della Stampa di venerdì scorso che raccontava dell’incubo di Berlusconi di vedere realizzarsi un’intesa post voto tra M5S e Pd. Il catenaccio recitava: «Renzi potrebbe lasciare se sconfitto e i dem aprire ai grillini». La fonte conferma: «Ma saremmo noi ad aprire ai dem senza Renzi». Del flirt con Pietro Grasso si era già detto. Ma il ragionamento di una convergenza programmatica sarebbe adesso allargabile a tutta l’area della sinistra. Anche al Pd privato della presenza ingombrante del segretario, di quel Matteo Renzi da sempre considerato a destra e a sinistra l’ostacolo principale lungo la strada per Palazzo Chigi. Una operazione insomma d’altri tempi e che il presidente dela Repubblica Sergio Mattarella sarebbe pronto ad avallare, soprattutto con l’intenzione di evitare che, dopo le elezioni, l’assenza di una maggioranza parlamentare chiara e netta renda necessaria una nuova chiamata degli elettori alle urne. Insomma, tutto per rassicurare il Colle e probabilmente Di maio approfitterà della visita al Quirinale per gli auguri natalizzi, oggi, per confermare l’avvenuto cambiamento di rotta dal M5S di lotta e basta al MoVimento di oggi, pronto a guidare un esecutivo non in solitario, ma sorretto da una coalizione costruita sulla base dei programmi di governo comuni. “Dopo il voto tutto cambierà e tutto sarà possibile” ripete Di Maio. Che sente di avere la capacità di mediare e di portare quindi il Pd ad appoggiare un esecutivo guidato dall’attuale vicepresidente della camera. Se l’operazione riuscisse, il Pd porterebbe in dote un gran numero di deputati che andrebbero a sommarsi a quelli di Liberi e Uguali e compenserebbero la probabile magra rappresentanza parlamentare di Pietro Grasso. Certo, i grillini sanno che le nuove truppe saranno di nomina renziana, ma scommettono sul fatto che deputati e senatori potrebbero facilmente cambiare idea di fronte alla tagliola di nuove, immediate elezioni.
ItaliaOggi