Ultime sulla campagna elettorale. Il monito di Grasso: “Basta insulti”

Share

Pietro Grasso

“Un dibattito feroce e improntato allo scontro” non aiuta “i cittadini a formarsi un giudizio consapevole sul merito delle proposte in campo” e “l’uso di toni esasperati” determina “un’ulteriore crisi di legittimazione delle istituzioni e della funzione stessa della politica”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, nel corso dell’incontro con la Stampa parlamentare, facendo riferimento ai toni che stanno caratterizzando l’ormai avviata campagna elettorale e riproponendo un concetto da lui stesso espresso nel 2016. “Le parole di allora – ha continuato – mi sembrano utili anche per la futura campagna elettorale: mi auguro dunque che lo stile e gli atteggiamenti saranno misurati e rispettosi, pur nella diversità delle opinioni e nella radicale differenza dei programmi che ciascuna forza politica proporrà ai cittadini. Se si saprà costruire un dibattito senza strumentalizzazioni e incentrato sui contenuti – ha rilevato Grasso – avremo una campagna elettorale appassionata ma leale. D’altro canto – ha avvertito – soffiare sulla paura, delegittimare gli avversari e alimentare la rabbia e la sfiducia – sentimenti diffusi e ben delineati nel Rapporto Censis da lei citato – non può che rendere tutto il nostro Paese, a prescindere da chi raccoglierà il maggior numero dei consensi, più fragile e diviso”. Ma l’importante è portare la gente al voto perché, nota Grasso, “negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento dell’astensionismo che segnala da un lato la disaffezione di una parte sempre più consistente della popolazione verso la politica e dall’altra la difficoltà dei partiti e dei movimenti di dare rappresentanza ai bisogni e alle speranze dei cittadini. Non votare significa rinunciare ad incidere sul proprio futuro”. “Mi auguro possa invertirsi la tendenza delle ultime consultazioni”, ha detto il presidente del Senato che hoi ha tenuto a precisare: “Non ho intenzione di fare alcun cenno al mio futuro. Mi limito a ricordare che già nella prima cerimonia del Ventaglio, nel 2013, rivendicai la possibilità di poter esprimere la mia opinione sui temi del dibattito politico senza che nessuno potesse ipotizzare una parzialità nell’esercizio della mia funzione. Valeva allora, è valso in questi anni e vale ancora di più ora che la legislatura volge al termine”.

ItaliaOggi