Il numero uno Nenna sui cambiamenti attesi. Entrano 14 sigle. Hub per tutti i settori
Basta comunicazione fatta in 2 minuti a basso costo

Emanuele Nenna
A un anno dalla sua designazione a presidente di Assocom (l’associazione che riunisce le maggiori agenzie del territorio), Emanuele Nenna, ceo e fondatore di The Big Now, torna a parlare di un settore rivoluzionato: «Grandi e piccole sigle che siedono allo stesso tavolo, 14 nuovi associati e la sensazione che la definizione stessa di agenzia come la conosciamo sia superata da una realtà in cui chi si occupava di strategie fa comunicazione e chi faceva consulenza sta diventando un interlocutore pubblicitario», racconta a ItaliaOggi.
Come descrive questo momento storico per Assocom?
In 12 mesi sono cambiate molte cose e accelerati processi. In un momento di conclamata crisi dell’associazionismo sono entrate 14 agenzie (tra gli altri Hangar Design Group, Personal Media Advisoring, White, Red & Green, Crowd M Italy, Agrelli&Basta, Theoria, Hotwire Public Relations, Miro’ Communications, Swan & Koi, Afterpixel, The Zen), un risultato che vale doppio. In uno scenario di cambiamento di interessi l’obiettivo era rappresentare tutte le anime della comunicazione contemporanea.
Chi può citare tra le espressioni del cambiamento?
Penso a Dude o Souldesigner, le ultime entrate e tra le agenzie più fresche. Partivano come espressione dell’interaction design e si ritrovano allo stesso tavolo di sigle internazionali super strutturate con competenze, mestieri e posizionamenti diversi. È difficile persino catalogarle. Ma Assocom, che aveva l’ambizione di essere una voce per tutti, sta portando avanti questa mission.
L’industria, a partire dalle big corporation degli Stati Uniti ha messo al muro molti network, costretto a lavorare insieme gruppi diversi e chiesto chiarezza al mondo del digital. Cosa ne pensa?
È un anno in cui c’è stata la presa di consapevolezza di un mondo cambiato, anche in Italia, non solo Oltreoceano. Si è passati ad un approccio pragmatico ma anche più curioso della comunicazione. C’è più vivacità intellettuale tra i clienti delle agenzie. Non sono solo più solo i piccoli o solo i grandi ad avere l’asso nella manica. C’è spazio per tutti purché si tratti di visioni innovative.
Secondo lei quale sarà il big bang della comunicazione nel 2018?
Se ne sta parlando ancora poco, ma sicuramente l’ingresso dei big della consulenza nel settore della comunicazione: E&Y ha appena comprato un’agenzia nostra associata, la Italian Brand group (si veda ItaliaOggi del 07/12/2017). Deloitte ha già una sua agenzia interna e ci sono rumors da Business Insider ai media italiani su Publics nel mirino di Accenture. Ovunque si assumono creativi.
Qual è il suo giudizio?
Ho una visione estremamente positiva e credo che consentirà in parte al rilancio del valore della creatività, della comunicazione e dei suoi contenuti.
In che modo possono fare la differenza?
Le società di consulenza hanno una fortissima credibilità dal lato cliente, parlano direttamente con gli a.d. delle società spesso indecisi sulle strade migliori da intraprendere anche in termini di bilancio e costi/benefici. Se iniziano a occuparsi di comunicazione il valore percepito di tutto il settore sarà migliore. Professionalmente parlando non ci sarà più lo smanettone vissuto con mood negativo a cui sia affidano strategie complicate. Aiuterà a superare un’epoca in cui si è fatto strada il pensiero che la comunicazione debba costare poco ed essere fatta in due minuti.
Anche in Assocom avete presentato nuove strutture…
Il cambiamento fa parte della crescita del settore. Le linee guida della ristrutturazione associativa 2018 prevedono l’istituzione di aree/settori verticali di specifico interesse. Parlo degli hub dedicati al Media e al Digital, con un loro brand e obiettivi propri, le cui attività potranno portare beneficio a tutti gli associati. Poi c’è la fusione con Unicom, storicamente rappresentativa di un tessuto nazionale e locale di agenzie. L’idea è dar vita a un organismo forte e rappresentativo di tutta l’industry,
Le previsioni del settore?
Restano quelle del Centro Studi Assocom per cui il mercato della comunicazione è in lenta e costante crescita, con il 2017 che dovrebbe chiudersi con un incremento dell’1,6% e la prospettiva di un +2,5% nel 2018.
Francesca Sottilaro, ItaliaOggi