E’ la legge sul biotestamento l’ultima frontiera del Pd per questa legislatura. Persa la speranza di approvare la nuova legge di cittadinanza che prevede l’adozione di uno ius soli temperato senza ricorrere al voto di fifducia che metterebbe in pericolo la tenuta del governo Gentiloni, il partito di largo del Nazareno vuole condurre in porto almeno la legge sulla fine vita, contrastata dai centristi e in parte dai cattolici del Pd, ma sulla quale in senato si può costruire un’ampia maggioranza. M5s, Sinistra italiana Mdp, Ala sono infatti pronti a dare il loro via libera alla legge sul biotestamento che potrebbe quindi essere approvata dal senato entro la legislatura in corso senza ricorrere alla questione di fiducia. Certo, considerati i tempi tecnici e la concomitanza con la discussione e il voto della manovra di bilancio, a qualche trucco parlamentare bisognerà pur ricorrere per evitare che la legge finisca seppellita sotto il peso delle migliaia di emendamnenti che già ne hanno ostacolato il percorso a palazzo Madama: “Se la legge sulla fine vita andasse in aula, di sicuro ci sarà qualche canguro”, ci sono migliaia di emendamenti, poi sarà il presidente del senato a decidere”, ha spiegato il capogruppo del Pd Luigi Zanda. In sostanza l’idea è quella di preparare un maxiemendamento che, una volta messo al voto e approvato, escluderà l’esame e la discussione di tutte le proposte di modifica di simile argomento. Aperta, ma a questo punto anche chiusa, la questione se dare precedenza alla legge sulla fine vita o al provvedimento che riforma la concessione della cittadinanza italiana: “Lo ius soli passa solo con la fiducia,ma i centristi non la voterebbero e non possiamo permetterci il lusso di andare sotto: se il governo si dimette, come facciamo ad approvare la legge di bilancio alla Camera?”, si chiede un espoenente di primo piano del Pd. “Sarebbe tutto il contrario della fine ordinata della legislatura chiesta da Gentiloni”. E’ per questo che i Dem potrebbero sacrificare la legge sulla cittadinanza per salvare quella sulla fine vita. Ed è per questo che Zanda non ha ancora deciso se martedì prossimo alla riunione dei capigruppo che fisserà l’agenda di dicembre, chiederà di mettere in calendario o meno entrambe le leggi. Secondo fonti vicine al segretario del Pd Matteo Renzi , lo ius soli non verrebbe inserito, per non dare l’idea della retromarcia una volta che si decidesse di rinunciare per far passare almeno la legge sulla fine vita. E Giuliano Pisapia, leader di Campo progressista, potrebbe quindi essere soddisfatto, A metà, perché il numero uno di Cp vorrebbe anche lo ius soli. Ma pur sempre soddisfatto, perché poi in fondo la politica è soprattutto l’arte del possibile.