In caso di un arresto cardiaco improvviso in pubblico le donne sono più svantaggiate degli uomini: e’ meno probabile infatti che ricevano la rianimazione cardiopolmonare da un passante, uno sconosciuto, rispetto agli uomini. Il motivo? Nell’aiutare una donna sembra che ci si senta meno a proprio agio, per barriere di tipo fisico (relative a dover scostare i vestiti, intervenire sulla zona del petto). A evidenziarlo è uno studio della University of Pennsylvania School of Medicine, presentato alle American Heart Association Scientific Sessions 2017.
Gli studiosi hanno preso in esame 19.331 casi di eventi cardiaci, dai dati del Resuscitation Outcomes Consortium, un network di centri clinici regionali negli Usa e in Canada che studia il trattamento extra-ospedaliero di traumi e arresti cardiaci. I risultati dell’analisi hanno permesso di evidenziare che il 45 per cento degli uomini ha ricevuto la rianimazione cardiopolmonare da un passante, rispetto al 39 per cento delle donne.
Questa pratica si verifica solo in circa il 37 per cento di tutti gli eventi cardiaci in luoghi pubblici e gli uomini hanno una probabilità 1,23 volte maggiore di beneficiarne. Non solo: hanno il doppio di probabilità di sopravvivere a un evento cardiaco dopo averla ricevuta, oltre che un 23 per cento di possibilità di sopravvivenza in più anche quando non viene praticata. Le stesse disparità non si osservavano in casa. «Dobbiamo trovare modi più efficaci per educare sull’importanza della rianimazione cardiopolmonare, oltre all’importanza di essere a proprio agio nel praticarla indipendentemente dal sesso, l’età o anche il peso della persona bisognosa», evidenzia Benjamin Abella, autore senior dello studio.
Il Messaggero