La ricetta di Trevor Hardy, ceo di The Future Laboratory: “Una delle sfide più importanti è quella di colmare il vuoto di fiducia nel mondo di oggi”
Che cosa determina il successo aziendale oggi? Le regole sono cambiate al punto che non ci sono più regole, e ognuno deve trovare la propria via ma è certo che le aziende debbano giocare un ruolo più attivo e profondere un maggiore impegno che vada ben oltre i propri bilanci. Necessario spostarsi da un’economia di numeri ad una di cultura solo così si potrà avere successo anche nel lungo periodo, come ha affermato Trevor Hardy, ceo di The Future Laboratory, parlando alla conferenza Shop.org di Nrf a Los Angeles a settembre, sottolineando come una delle sfide più importanti sia il “vuoto di fiducia nel mondo di oggi”.
Come rinnovare la fiducia? Ecco alcune risposte offerte da Hardy.
Trasparenza radicale. Le imprese possono utilizzare la tecnologia per parlare ai consumatori in modo trasparente e verificabile mostrando loro aspetti dei prodotti o delle attività di cui non hanno mai sentito parlare.
Deciem, il marchio di beauty, che usa linguaggi semplici sul pack raccontando cosa c’è nel prodotto, senza orpelli di marketing.
Arket, H&M, che nel suo sito web offre agli acquirenti la possibilità di navigare per paese di origine o materiali.
Difesa civile e istruzione. La politica sta fallendo il suo compito e spetta sempre più alle imprese avvicinarsi ai governi, mettendo le proprie forze al servizio del bene comune. “I clienti ritengono che le imprese abbiamo la responsabilità di guidare il cambiamento sociale nei paesi e nelle comunità in cui operiamo”, ha detto Hardy e desiderano che queste condividano le loro conoscenze con loro, andando oltre ai prodotti o alle marche. Secondo la ricerca Westfield del 2016 “Come facciamo acquisti” al 49% dei newyorkesi e al 56% dei londinesi piacerebbe sperimentare un nuovo stile di vita o un’abilità creativa nel loro negozio preferito.
Levi’s Music Project, lanciato nel 2016, introduce gli studenti alla produzione sonora e video.
Servizio. Torna la tecnologia, non come disumanizzazione ma, al contrario …”il futuro della tecnologia nel settore della vendita è di rendere l’esperienza al dettaglio più umana”, ha spiegato Hardy.
Il concept store Farfetch integra la tecnologia mantenendo l’elemento umano, consentendo al personale di agire come influencer in-store e non meri semplificatori del processo d’acquisto.
Hyper-localismo. Sempre più importanti sono e saranno la rilevanza e la capacità di connessione che la marca sarà in grado di sviluppare con il consumatore, un legame che passa anche per la vicinanza fisica, alias il localismo.
Our / Vodka di Pernod Ricard è proveniente da distillerie indipendenti.
La nuova sede di Seattle di Amazon includerà un riparo senza tetto.
“Experience” al dettaglio. Tempo e piacere, c’è spazio per maggiore complessità, anche se offerta in modo diverso. C’è necessità di facilitatori, di nuovi obiettivi perché il cliente decida di intraprendere uno “shopping trip”, il bisogno non basta più e ci sono nuove strade che non contemplano nessun “viaggio”.
La campagna “Music Matters” di Selfridges a Londra ha trasformato il grande magazzino in un luogo, dove il cliente è attirato da una programmazione a base di musica e performance di primo livello.
Rinascente, che ha appena aperto il flagship romano, ha lo stesso obiettivo, invogliare quanti più visitatori nel negozio attraverso l’incanto e la sorpresa.
Cristina Lazzati, Repubblica.it