Crac Cirio, Geronzi condannato a 4 anni in via definitiva

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La Cassazione conferma la sentenza di condanna. Tre anni scontati dall’indulto. Nuovo processo per Cragnotti

 

MILANO – La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni di reclusione per Cesare Geronzi per il crac Cirio. Tre anni sono coperti da indulto. La sentenza è definitiva.
La Cassazione ha confermato quasi totalmente il verdetto del 10 aprile 2015 dalla Corte d’Appello di Roma per il crac Cirio. Solo Sergio Cragnotti ha ottenuto “l’annullamento con rinvio alla Corte d’Appello di Roma per nuovo esame del capo I lettera ‘E’ relativo alla vicenda ‘Bombril’ per la quale aveva riportato 7 anni di reclusione divenuti poi 8 anni e 8 mesi con gli altri reati”. Bombril, ha spiegato l’avvocato Massimo Krogh difensore di Cragnotti “è il capo fondamentale dal quale partivano i 7 anni di pena base, per questo è un risultato molto positivo”. Definitiva invece la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex banchiere Cesare Geronzi, attualmente presidente della Fondazione Assicurazioni Generali, per lui 3 anni sono coperti dall’indulto. Definitive inoltre le condanne per il figlio di Cragnotti, Andrea, che aveva 2 anni e 4 mesi di reclusione coperti da indulto e confermata la prescrizione per bancarotta preferenziale per gli altri due figli di Cragnotti Elisabetta e Massimo che in appello avevano ottenuto l’assoluzione per le altre imputazioni.
La Cassazione inoltre ha confermato la condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione per Filippo Fucile, genero di Cragnotti (anche per lui 3 anni coperti da indulto), confermata anche la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per Ettore Quadrani, consigliere di Cirio (anche per lui 3 anni coperti da indulto). Sentenza irrevocabile di condanna a 2 anni di reclusione, coperti da indulto, anche per gli ex funzionari della Banca di Roma Pietro Celestino Locati e Antonio Nottola.
L’inchiesta sul dissesto della Cirio è cominciata nel 2003 e si è conclusa alla metà di maggio del 2005. In primo grado, nel 2011, Geronzi era stato condannato a quattro anni, pena confermata anche in appello.
Il crac finanziario ha danneggiato oltre 35 mila investitori che avevano sottoscritto bond e titoli di credito della Cirio, dichiarata in default nel novembre del 2002, con l’azzeramento di obbligazioni per 1,125 miliardi, e quindi finita in amministrazione straordinaria nell’ottobre 2003. Soltanto 13 mila di questi hanno voluto costitutirsi parte civile.
“E’ una sentenza molto equilibrata ed è il giorno della rivincita morale e materiale per centinaia di migliaia di risparmiatori traditi che hanno perso tutto nel crac Cirio e che oggi ricevono giustizia dallo Stato“, ha sottolineato l’avvocato Claudio Coratella che rappresenta centinaia di piccoli risparmiatori.

La Repubblica.it