di Cesare Lanza per LaVerità
Carles Puigdemont
Molti dicono che nella
drammatica sfida di Barcellona tutti hanno perso, anche il presidente catalano. Ma non si capisce perché. Puigdemont ha fatto ciò che ogni leader avrebbe sentito come un dovere: consentire al proprio popolo di esprimere le sue volontà con un voto. E ora rivolge un appello all’Europa che sin qui ha colpevolmente taciuto. Non sono solo faccende spagnole!
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Mariano Rajoy
Con arroganza inaccettabile ha
cercato di bloccare con la forza militare la legittima voglia del popolo catalano di votare il referendum per l’indipendenza. Non vi è riuscito. Il premier spagnolo ha definito una farsa la votazione. Ottocento feriti, per l’assurda violenza. Rajoy è sommerso dalle critiche. Comunque finirà, ha firmato una pagina nera nella storia della Spagna.
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Gerard Piqué
II campione del Barcellona
diventa il simbolo popolare della partecipazione del mondo dello sport alla lotta catalana per l’indipendenza. Il grande club non voleva giocare per solidarietà con i manifestanti, poi lo ha fatto – ma a porte chiuse – per evitare la pesante squalifica minacciata dalla Lega. In lacrime, Piqué ha espresso la sua indignazione verso il divieto («franchista») di votare.
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Massimiliano Allegri
Non è corretto ricordare i
tempi in cui la Juve era accusata di godere di evidenti favoritismi degli arbitri. Basta osservare che l’allenatore bianconero (molto bravo) scivola di brutto dopo la partita pareggiata con l’Atalanta: se la prende con gli arbitri e con il Var, che invece sta restituendo credibilità al calcio. Paulo Dybala sbaglia un rigore, la squadra non difende il 2-0. E allora?
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Paolo Cirino Pomicino
II leggendario 0 ministro, 78
anni appena compiuti, è più vitale che mai: l’ultima iniziativa annunciata è il tentativo di resuscitare la Balena bianca, secondo la celebre definizione di Giampaolo Pansa. Si stava dunque meglio quando si stava peggio? Quanta forza avrà la nostalgia? La missione appare impossibile, ma merita simpatia il carattere indomito del vecchio alfiere dello scudo crociato.
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Susanna Camusso
La capitana della Cgil furiosa
per una dichiarazione di Luigi Di Maio: «Se i sindacati non si riformeranno da soli, ci penseremo noi». Ma qual è il problema? Che i sindacati siano in crisi, è evidente a tutti, da molto tempo. L’ira della Camusso è un autogol: esiste un mondo, rappresentato da M5s, che vuole girare pagina, contrapposto a chi cambiare non vuole mai.