A lanciare l’iniziativa pan-europea è stato il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, che ha suggerito una revisione delle tassazioni nazionali per applicare – nel caso dei giganti del web e dell’It, da Apple a Facebook – un prelievo non più basato sull’utile bensi’ sul fatturato. Una proposta – ricorda il Financial Times – nata anche sulla scia della indignazione creata dalla rivelazione che il colosso delle prenotazioni alberghiere Airbnb lo scorso anno ha versato al fisco francese meno di 100 mila euro a fronte di un fatturato miliardario. Finora i grandi gruppi tecnologici hanno ridotto al minimo la propria imposizione fiscale in Europa grazie a raffinati – e legali – sistemi di trasferimenti di utili da paesi con aliquote più pesanti (come Italia, Francia o Germania) a legislazioni assai più compiacenti per quanto riguarda il reddito da impresa. Un fattore, questo, che ha creato irritazione fra i partner Ue e che rischia di complicare il processo verso questa inedita riforma fiscale, per la quale sarebbe necessario un voto favorevole all’unanimità di tutti i ministri europei. La tassazione sul fatturato – anziché sugli utili – prevederebbe naturalmente una aliquota molto bassa (il FT ipotizza fra il 2 e il 5% del totale): abbastanza comunque per aumentare le entrate per le casse pubbliche da zero (o quasi) a diversi miliardi di euro.
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