di Cesare Lanza per LaVerità
VLADIMIR PUTIN
Si propone con intelligenza
tattica in relazione alla crisi mondiale provocata dal dittatore nordcoreano Kim Jong Un. Secondo il suo stile, un doppio binario: da una parte, in accordo con il presidente cinese Xi Jìnping, il fermo intento di una risposta adeguata al lancio insensato dei missili; dall’altra, la riflessione sull’indispensabilità preventiva del dialogo.
GIAN PIERO VENTURA
Tutti lo accusano dopo la
sconfitta degli azzurri in Spagna (3-0 senza attenuanti). Ha sottovalutato gli avversari, con la presunzione di poterli aggredire sul loro campo, con una formazione troppo offensiva. E ha bruciato, con compiti sbagliati, i nostri talenti: Lorenzo Insigne e Marco Verratti, Ciro Immobile e Andrea Belotti.
FRANCISCO ROMÀN ALARCÓN SUÀREZ
Isco è simbolo della qualità
superiore della Spagna: 25 anni, due gol agli Azzurri, una quantità industriale di trovate tecniche, palleggi, dribbling, tiri e assist. Un fenomenale centrocampista, esplosivo: anche lui, come i nostri Lorenzo Insigne e Marco Verratti, un atipico. Può ringraziare Carlo Ancelotti che gli trovò, quando lo allenava, la giusta posizione.
LORENZO INSIGNE
Vero che il ct Gian Piero
Ventura lo ha relegato, a Madrid, in un ruolo che il campione del Napoli non gradisce. Ma sono troppe le prestazioni deludenti di Insigne con la Nazionale, non si può evitare il dubbio: forse non ha il carattere per imporsi nelle sfide internazionali? Si vedrà! Ma non ci saranno molte altre occasioni.
SERGIO MARCHIONNE
Piacciono i personaggi di
primaria importanza che non si nascondono dietro un dito e sbottano come noi, con un espressivo linguaggio popolare. A Monza, di fronte al disastro delle rosse, ubriacate dalle Mercedes, il capo della Ferrari (e non solo) impreca come un tifoso qualsiasi: «II gap è imbarazzante… Mi girano le palle! Bisogna togliere il sorriso dalle facce di questi qui…».
MATTEO ORFINI
Non aiuta al recupero di
identità del Pd, imperniata sul ping pong Alfano sì, Alfano no. In Sicilia ok, «ma alle elezioni politiche», ribadisce, «il patto con Angelino Alfano non varrà più». Boh. Ci aspettano mesi di campagna elettorale e il ritornello non solo è logoro, ma nessuno crede che il dubbio esista. E Alfano se la gode.