Negli Usa è risiko delle concentrazioni nel settore media-tlc
Discovery communications e Scripps networks hanno avviato trattative per fondersi insieme. O, meglio, hanno riavviato le trattative che erano iniziate già nel 2014 e poi sono finite in un nulla di fatto. Precedente per cui non è scontato che si arrivi oggi alla creazione di un nuovo mega accordo nella tv via cavo Usa da quasi 25 miliardi di dollari (21,7 miliardi di euro), secondo indiscrezioni di stampa americane che hanno considerato la valorizzazione di Discovery di 15 miliardi di dollari (13 mld di euro, con ricavi nel 2016 per 6,5 miliardi di dollari, pari a 5,6 mld di euro) e la valorizzazione di Scripps di 8,7 miliardi di dollari (7,6 mld di euro, con un fatturato di 3,4 miliardi di dollari, pari a quasi 3 mld di euro).
Di certo c’è che oltreoceano le tv via cavo sono sotto attacco da parte sia dei palinsesti in streaming di Netflix e Hulu sia di quelli online alla YouTube.
Tanto è vero che il Wall Street Journal, che per primo ha dato notizia della ritrovata intesa Discovery-Scripps, definisce il 2017 come l’anno possibile per una svolta nella concentrazione del settore media. L’anno scorso, infatti, secondo dati Dealogic, il volume delle fusioni e acquisizioni nel settore ha toccato il livello più basso dal 2010, sulla soglia dei 32,7 miliardi di dollari (28,4 mld di euro). Tra le altre operazioni di concentrazioni aperte c’è quella dell’operatore tlc AT&T che sta comprando Time Warner (editore tra gli altri del canale di serie tv Hbo), per un controvalore di 85,4 miliardi di dollari (più di 74 mld di euro).
Poi ancora una telco Usa (a conferma del ruolo sempre maggiore nella distribuzione di contenuti e nella sottoscrizione degli abbonamenti), ma questa volta si tratta di Sprint che ha aperto un tavolo in esclusiva con la tv Comcast.
Comunque vadano a finire questi contatti societari, tale è l’interesse potenziale per costruire conglomerati di dimensioni maggiori che, secondo Reuters, anche Viacom si è fatta avanti per acquisire Scripps. Del resto, quest’ultima è da tempo considerata una preda papabile per le sue dimensioni più contenute e dopo che l’omonima famiglia che controlla il network tv non ne ha escluso la vendita.
Se matrimonio sarà tra Discovery e Scripps (entrambi presenti in Italia), a giudizio di più addetti ai lavori americani, è possibile che si crei una valida integrazione dei rispettivi canali, visto che Discovery manda on air Discovery channel e Animal planet, Scripps altri differenti di cui sono due esempi Cooking channel e Food network, con un posizionamento complessivo per Scripps più orientato sul pubblico femminile. Dalla combinazione di queste reti, per il nuovo polo Discovery+Scripps aumenterebbe quindi l’appeal trasversale verso gli inserzionisti pubblicitari e, come in ogni fusione, il potere contrattuale verso i distributori delle tlc, che proprio in questo periodo stanno riducendo le somme pagate per i contenuti presi da terzi, dal momento che anche le telco si muovono in un mercato in via di saturazione. Inoltre, non va trascurato che Discovery (guidata dall’a.d. David M. Zaslav) così come Scripps (guidata dall’a.d. Kenneth W. Lowe) dispone di marchi noti al grande pubblico, che possono competere su internet con i vari Netflix e YouTube. I loro canali su viaggi, cibo e intrattenimento vanno incontro, infatti, ai gusti odierni dei telespettatori più giovani. Infine, negli ultimi anni, Discovery (che ha come azionista di riferimento John Malone a capo del gruppo media Liberty) ha concluso una serie di operazioni straordinarie come l’acquisizione di Eurosport e ha investito nei diritti tv sportivi dei Giochi olimpici e dei campionati di calcio.
di Marco A. Capisani, ItaliaOggi