Il servizio di treni ad alta velocità non passa neppure da Genova e dalla Liguria. E però in questi mesi sono centinaia i genovesi che si sono trovati negli estratti conto delle loro carte di credito spese di viaggio per “Italo Treno”.
Biglietti comprati a colpi di centinaia di euro che si sono materializzati a sorpresa e un po’ a macchia di leopardo negli addebiti bancari di molti cittadini della nostra città. Una raffica di denunce sospette che ha spinto la Procura ad aprire un’indagine. Obiettivo: cercare di capire chi stia acquistando i biglietti per le tratte ad alta velocità con le carte di credito clonate. Spieghiamo meglio e precisiamo un dettaglio: l’azienda che cura il servizio “Italo Treno” non ha nulla a che vedere con questo boom di raggiri. Non c’è alcuna falla informatica o altro. Comprare sul sito è assolutamente sicuro. Anzi, semmai la “Italo Treno” è parte lesa di questa serie di raggiri.
Ma la Procura in un momento di massima allerta terrorismo vuole capire, non solo chi muove i fili di questa truffa, ma anche chi realmente si muove con mezzi ad alta velocità che collegano alcune tra le principali città italiane senza pagare e, soprattutto, senza lasciare traccia. Perché dai primi accertamenti condotti dalla magistratura, il caso è affidato al pubblico ministero Piercarlo Di Gennaro, è emerso che quasi tutti i biglietti acquistati con le carte di credito clonate a molti genovesi portavano nomi falsi o addirittura a utenti che non avevano dichiarato alcuna generalità.
«Basta inserire due lettere per il nome e due per il cognome per acquistare il ticket», spiega una qualificata fonte investigativa che indaga sul caso. Come avviene, infatti, anche per Trenitalia e tante compagnie di autobus low-cost che offrono la possibilità di raggiungere tratte in ambito nazionale e internazionale, non esiste alcun monitoraggio degli spostamenti delle persone su questi mezzi.
Il Secolo XIX