Nel 2012 veniva varato il decreto Passera-Clini che avrebbe dovuto impedire alle imbarcazioni con stazza superiore alle 40mila tonnellate di attraversare la città. Tre governi dopo, il provvedimento è rimasto lettera morta, mentre si sprecano le dichiarazioni e i proclami perentori. Ecco una antologia
Cinque anni di un decreto inapplicato e di parole vuote. Grandi proclami (“Via le Grandi Navi da Venezia”) e promesse (“Troveremo una soluzione definitiva”). La verità è che le navi da crociera, i bestioni del mare, i grattacieli galleggianti, continuano a percorrere la laguna, transitano nel Bacino di San Marco, imboccano il Canale della Giudecca e raggiungono la comodissima – per i turisti e le compagnie navali – stazione di Marittima. Da lì possono sciamare per la città, le sue calli e i suoi campielli. Turismo da crociera iper-facilitato. E’ come entrare in macchina nel salotto di casa, o arrivare in elicottero sulla cima del Cervino. Nessuna fatica (sempre per i turisti) e massimo appeal per i venditori di pacchetti di viaggio.
A parole i politici sono bravissimi. Non nei fatti. Ecco uno stupidario di cinque anni di rassicurazioni non mantenute, proprio mentre il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro annuncia che il governo è pronto a presentare la sua soluzione. Lo ha detto qualche giorno fa. “Sono previsti due accosti a Marghera per le grandi navi dal 2019. A breve il Governo annuncerà la soluzione e penso e auspico che il progetto alternativo scelto sarà quello dello scavo del canale Vittorio Emanuele, aumentandone la profondità con la rimozione dei fanghi per il passaggio delle Grandi navi. Ma in contemporanea si attrezzerà anche un primo terminal crocieristico a Marghera, per le navi superiori alle 96mila tonnellate di stazza, che ora non possono entrare in laguna”. Tutto corretto, se non fosse che Marghera è zona industriale con problemi di inquinamento e che le navi che attraccano ogni anno sono più di 600.
L’annuncio ha richiamato il commento di Luciano Mazzolin, del “Comitato NOGrandiNavi”, a due settimane dal referendum che con 18mila voti ha bocciato l’ingresso delle navi in laguna: “Esternazioni, annunci e anticipazioni del sindaco Brugnaro non hanno rivelato niente di nuovo. Ambedue i progetti (Marghera e scavo del canale Vittorio Emanuele), proposti da altri alcuni anni fa, sono stati travolti da una marea di pareri negativi da parte di tutti (Commissione VIA, Capitaneria di Porto, Industriali di Porto Marghera, Porto di Venezia nella gestione Costa, etc etc)”. Mazzolin aggiunge: “Le dichiarazioni di Brugnaro e del Sottosegretario Pier Paolo Baretta dimostrano il caos nel quale si trovano le varie istituzioni che annunciano progetti già strabocciati, di volta in volta riesumati e spacciati come la soluzione ‘ottimale’ e veloce”. Oltre a queste due ipotesi, c’erano quelle di un attracco off-shore al Lido (che ha avuto parere positivo Via, con prescrizioni) e dello scavo di Canale Contorta-S. Angelo o canale Nuove Trezze.
“Si sta rivelando il vero disegno della lobby della crocieristica (a cui fa buon gioco la connivenza di troppe autorità istituzionali) che è quello di far perdere tempo con la ricerca di vie alternative che si riveleranno non fattibili – denuncia invece Armando Danella dell’Associazione Ambiente Venezia – per poter nel frattempo continuare il passaggio per il bacino di S.Marco e attraccare su terminal che garantiscono loro una lucrosa rendita monopolistica”.
Il Fatto Quotidiano