Ci si iscrive on line e si riceve ogni giorno una mail con le regole. Il tutto gratuitamente. Finora si sono iscritte circa tremila persone da tutta Italia
Il delfino felice sfida la balena blu. Due giochi simili, ma che portano in direzioni opposte. Happy Dolphin è l’idea di due psicologhe napoletane in risposta alla moda di “Blue Whale”, cioè balena blu: una spirale autodistruttiva nata in Rete che, nel giro di un mese, porta dritta dritta al suicidio. Forse un’invenzione, forse una bolla mediatica destinata a scoppiare presto, in ogni caso qualcosa che ha allarmato parecchi genitori preoccupati per i loro figli adolescenti, vittime “ideali” di questo gioco della morte.
“Che sia vero o no questo fenomeno chiamato ‘blue whale’, ci ha spaventato e abbiamo pensato di creare qualcosa che fosse l’esatto opposto”. Roberta de Angelis è una delle due psicologhe napoletane (l’altra è Ilaria Riviera) ideatrici di “Happy Dolphin”, il delfino felice. Di cosa si tratta? “Ricalca la stessa gradualità di blue whale – spiega la dottoressa – perché anche nel caso di happy dolphin ci sono 30 step, 30 regole quotidiane, da applicare. Ma sono regole positive, è un percorso verso il benessere”.
Se la “balena blu” trascina i giovani nell’autolesionismo, il “delfino felice” vuole invece promuovere autostima e cura di sé. Alla piattaforma si accede tramite il sito della dottoressa Riviera o tramite Facebook cercando appunto “Happy Dolphin”. Dopo aver effettuato l’iscrizione, si riceve ogni giorno una mail con le regole. Il tutto gratuitamente. Finora si sono iscritte circa tremila persone da tutta Italia, ed è arrivata anche qualche richiesta dall’estero. Ci sono adolescenti, certo, ma anche madri, padri, pensionati.
“La prima regola è scriversi sul braccio #Iovalgo, fotografarsi e postare la foto sui canali social”. Condividere i propri scatti significa “alimentare la positività, renderla virale, ma non è certo un qualcosa di obbligatorio: tanti scelgono di tenere privati i loro percorsi”. Seconda regola: fare una lista di cose in cui ci si sente bravi. “Diverse persone ci hanno detto di essersi trovate in grande difficoltà su questo punto – racconta Roberta de Angelis – perché non si è abituati a concentrarsi sulle proprie qualità, a essere consapevoli di ciò che si è”.
La strada del delfino felice è iniziata da una settimana, perciò non tutte le tappe possono essere svelate. Si può anticipare però che tra le cose da fare ci saranno, nei prossimi giorni, il descriversi con aggettivi positivi e l’uscire per incontrare amici e fare sport, perché “chi è depresso tende a isolarsi, chiudendosi sempre di più”. In un percorso del genere c’è posto per la debolezza, o bisogna imporsi uno stare bene che poi però resta atto superficiale?
“I limiti di ognuno sono valutati perché rappresentano un aspetto fondamentale dell’individuo – spiega ancora la psicologa – ma vanno trasformati man mano in punti di forza”. Una forza che rimanga, magari, nel tempo: “L’ultima regola è segreta, una sorpresa – puntualizza de Angelis – ma l’obiettivo finale è far sì che rimanga sempre la voglia di migliorarsi, non solo per un mese”.
La Repubblica