Due anni prima del tracollo, l’ex premier vedeva un futuro roseo: “Piaccia o non piaccia a chi ama lamentarsi”
“Nel giro di qualche anno i livelli occupazionali torneranno quelli che erano prima”. L’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi non aveva dubbi su Alitalia: sarebbe tornata ai vecchi fasti. Dopo soli pochi mesi dal suo ingresso a Palazzo Chigi, l’ex premier si è speso fin da subito per risollevare le sorti della ex compagnia di bandiera italiana, per far dimenticare un passato costellato di operazioni fallimentari e salvataggi che nel tempo si sono poi rivelati sonore fregature. Ed è fin da subito che Renzi ha individuato nella compagnia degli Emirati Arabi Etihad il giusto partner per riuscire nell’impresa. Dopo due anni, sappiamo che anche quella operazione si è rivelata fallimentare: dopo la vittoria del No al referendum tra i dipendenti, la strada per il commissariamento e, salvo sorprese, la liquidazione sembra tracciata.
Eppure, solo due anni fa, Matteo Renzi vedeva un futuro più che roseo per la compagnia aerea italiana. Alla presentazione della nuova livrea a Fiumicino il 4 giugno 2015, Renzi non volle mancare: il nuovo marchio, il nuovo partner, la nuova narrazione tutta improntata all’ottimismo facevano ben sperare che i guasti del passato non si sarebbero ripetuti nel futuro, soprattutto in quello prossimo: “Allacciatevi le cinture, perché stiamo decollando davvero, piaccia o non piaccia a chi passa il tempo a lamentarsi. Stiamo rimettendo il Paese a correre come deve correre”.
Allacciate le cinture, Alitalia decolla, piaccia o non piaccia a chi passa il tempo a lamentarsi
Nello storytelling dell’ex premier, era arrivato il momento di guardare avanti: “È arrivato il momento in cui qualcuno deve fare tesoro degli errori del passato, avere una partnership strategica solida, delle persone di qualità e provare a scrivere una pagina del futuro, in tutti i settori”. Quindi tanti ringraziamenti ad Etihad: “Adesso il futuro inizi davvero e quindi grazie per la decisione di Etihad di credere nel futuro dell’Italia e di Alitalia”.
Renzi si cimentò anche in un complesso gioco di parole: “Il decollo di Alitalia è il decollo dell’Italia, il decollo dell’Italia è il decollo di Alitalia – disse ai dipendenti dell’azienda – Se decolla Alitalia, viva l’Italia. Dovete tornare a crederci e impegnarvi perché è finito il tempo in cui, anche in questo settore, bastava lamentarsi e ci dicevano che ormai l’occasione l’avevamo perduta. Fuori continueranno a dirci che è il tempo del piano e del rimpianto. Io dico che lavorando duro l’Italia riprende il volo. Buon lavoro, buon volo, buona strada”.
“Il decollo di Alitalia è il decollo dell’Italia, il decollo dell’Italia è il decollo di Alitalia. Se decolla Alitalia, viva l’Italia.
Parole solenni anche quelle usate dal presidente Alitala, Luca Cordero di Montezemolo: “Alitalia ha vissuto momenti difficili, addirittura drammatici. Ma ha tutte le condizioni per guardare al futuro con ottimismo”. “Etihad rappresenta un partner perfetto” per “lasciarsi alle spalle momenti difficili”: l’obiettivo e’ “fare un grande sforzo per portare l’Italia nel mondo ma anche il mondo in Italia”.
Ad ascoltare le parole dei protagonisti, le premesse per il rilancio aziendale c’erano tutte. Come è andata a finire, è storia di queste ore.
The Huffington Post