“Quella che si sta abbattendo sul sistema trasportistico calabrese e’ una vera e propria tempesta perfetta. Il porto di Gioia Tauro bloccato per dieci giorni dallo sciopero dei lavoratori, gli aeroporti regionali sull’orlo di una crisi irreversibile e complicata ancora di piu’ dagli ultimi scandali giudiziari e la Statale 106 ferma ancora allo stato di eterna incompiuta sono solo alcuni degli esempi plastici di quella attesa, ma ancora mancata, rivoluzione infrastrutturale che, se compiuta, avrebbe dovuto e potuto sostenere il rilancio produttivo della Calabria”. Lo dichiara il segretario generale dell’ Uil Calabria, Santo Biondo. “Invece, ad oggi, – continua – siamo in attesa che l’Agenzia per il lavoro portuale entri in funzione, siamo chiamati a bloccare il piano drammatico di tagli che potrebbe assestare un colpo mortale ad una delle poche realta’ produttive calabresi, aspettiamo da troppo tempo che il Governo scelga la guida dell’Autorita’ portuale. E, ancora, non vediamo l’uscita dal tunnel degli scali aeroportuali calabresi. La meritoria attivita’ della magistratura, che ancora una volta e’ arrivata prima della politica, ha puntato l’indice sulla gestione della societa’ che era in procinto di assumere la guida anche degli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone con il rischio concreto che la governance degli scali calabresi finisca per non decollare in tempi europei. Se a questo settore, delicato e strategico per le prospettive di sviluppo di questa regione, e per le sorti dei cittadini calabresi, non verra’ dedicata un’attenzione non ordinaria alla Calabria, in breve tempo, verranno a mancare tutti gli assi infrastrutturali portanti per un’economia in crisi da sempre”. Biondo aggiunge: “In questo momento storico cosi’ difficile la nostra convinzione e’ che bisogni mettere a punto un piano straordinario che sia in grado di tamponare le emergenze, attraverso l’applicazione di interventi mirati e concreti, e soprattutto sia capace di porre solide basi per evitare di mettere a rischio gli investimenti programmati attraverso i Patti sottoscritti con il Governo. Se cosi’ non fosse questi strumenti di coesione non raggiungerebbero gli obiettivi sperati. Davanti a questa tempesta perfetta – lamenta Biondo – la politica sonnecchia e la Calabria non puo’ essere considerata solo terra di primarie. Roma appare sempre piu’ lontana. Al Governo Gentiloni chiediamo di riattivare il tavolo di confronto a Palazzo Chigi con le parti sociali per rideterminare il destino di questa regione. Al Premier e al Consiglio dei Ministri chiediamo maggiore attenzione ai segnali di allarme che provengono dalla Calabria, in primis da Gioia Tauro, e sollecitiamo un’azione determinata per stemperare quel clima di tensione sociale insopportabile in una terra afflitta da una disoccupazione a doppia cifra e soggiogata da una criminalita’ organizzata capace, in questo quadro di crisi senza precedenti, di accrescere il suo potere e la sua presenza sul territorio. In questo contesto socio-economico al limite del collasso, l’amministrazione regionale – denuncia Biondo – continua a fallire gli appuntamenti importanti, non e’ in grado di dare segnali di certezza rispetto al rapporto con il Governo nazionale e di discontinuita’ rispetto al passato. Il presidente della giunta regionale, senza indugio, deve farci capire se e’ in grado di portare la Calabria fuori dalle secche di una crisi senza precedenti. In caso contrario – conclude – ognuno tragga le proprie conclusioni”.