I dati dello Studio di settore realizzato da Accenture per Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica): mercato in crescita del 3,1% nel 2015. E l’Italia è il primo Paese per macchine installate
Caffé dopo caffé, spuntino dopo spuntino, il mercato dei prodotti alimentari venduti attraverso i distributori automatici arriva a toccare dimensioni considerevoli. Circa 3,4 miliardi di euro tra le cosiddette “vending” (1,8 miliardi) e OCS (il mercato di capsule e cialde), secondo quanto evidenziato da uno Studio di settore realizzato da Accenture per Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica).
Per l’Italia il primato è doppio: da un lato siamo il Paese con il maggior numero di macchine in funzione, 800 mila uffici, scuole, ospedali, aeroporti, stazioni ecc, e dall’altro per macchine prodotte, con un ‘cuorè nell’industrie meccaniche delle aree Bergamo e Vicenza. Una combinazione che oggi dà lavoro a circa 30 mila persone in Italia.
La crescita del mercato si deve soprattutto a due fattori: l’aumento dei consumi alimentari fuori casa (che rappresentano oggi il 35% del totale della spesa alimentare) e da motivi legati alla stagionalità, visto che il 2015 ha avuto un’estate molto calda, portando a un aumento (10,5%) della vendita delle bevande fredde.
“Per il 2016 che invece ha avuto invece un’estate mite – spiega Piero Lazzari presidente di Confida l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della distribuzione automatica – si prevede una chiusura in sostanziale pareggio, in un contesto in cui consumi alimentari delle famiglie italiane sono scesi del -1%”.
Le aziende di fabbricazione di distribuzione automatica sono un vero Made in Italy della meccanica. Il mercato delle macchine da vending vale circa 500 milioni di euro (escluso il mercato delle macchine da caffè per hotel, bar e ristoranti, un altro mercato in cui l’Italia è leader) di cui il 70% è esportato all’estero (stima Osservatorio Accenture per Confida). Al mercato della fabbricazione delle vending machine vanno poi aggiunti quelli dei sistemi di pagamento che vale 31 milioni di euro quello degli accessori: bicchierini (42milioni di euro), palette (30 milioni di euro) e filtri (7,6 milioni di euro).Tramite i distributori è ancora il caffé il prodotto più venduto alle “macchinette” (54,8% del totale), seguito dalle bevande fredde (19,6%) e tra queste si registra le crescita dei succhi di frutta (+4% nell’ultimo anno). Si registra poi una crescita degli snack (+1,1%): sia salati (grissini, taralli, frutta secca ecc) sia dolci (prodotti da forno, biscotti) e anche degli snack a base di cioccolato. Crescono infine i prodotti freschi (+7,2%) in particolare panini e i pasti pronti (+18,8%), dati che mostrano che il settore si sta allargando la propria offerta alimentare.
In Italia operano circa 3.000 aziende che si occupano del servizio di distribuzione automatica (i cosiddetti “Gestori”). Tra queste i primi dieci grandi player rappresentano circa il 21% del mercato. Il restante 80% del mercato è composto da medie e piccole imprese che operano su base territoriale che nelle proprie aree di attività possono avere anche un’importante quota di mercato in quanto la distribuzione automatica è un’attività che per la sua stessa natura opera in un mercato circoscritto.
Il mercato italiano della distribuzione automatica conta il primato europeo del numero di macchine installate (oltre 800 mila), seguito da Francia (590 mila), Germania (545 mila), Inghilterra (421 mila). Il primato nasce dal fatto che l’Italia è il principale produttore europeo di macchine da vending, un segmento del mercato della meccanica italiana esportato in tutta Europa e anche a livello mondiale.
La Repubblica