Autorizzazioni perfettamente in regola per la realizzazione del gasdotto Tap con approdo a Melendugno, in Salento. Il Consiglio di Stato ribadisce quanto era gia’ stato espresso dal Tar Lazio nel febbraio 2016, ovvero che la Valutazione d’impatto ambientale (VIA) era stata rilasciata dal ministero dell’Ambiente dopo aver vagliato tutte le possibili ipotesi di approdo e che quella di San Foca sarebbe stata la scelta migliore. La sentenza spegne in parte le speranze di decine di persone – che da dieci giorni stanno presidiano l’area di San Basilio (Melendugno) da cui dovranno essere espiantati circa 200 ulivi – di ottenere uno stop all’opera dalla giustizia amministrativa. Si resta in attesa della ulteriore pronuncia del ministero dell’Ambiente sulla legittimita’ dei permessi per espiantare gli ulivi, chiesta dala Prefettura di Lecce mercoledi’ scorso.
Tutte le pronunce intervenute finora sui numerosi ricorsi amministrativi presentati dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia hanno dato ragione alla multinazionale, legittimandone in pieno l’iter autorizzativo. La prima sentenza del Tar e’ arrivata nel gennaio 2015 e riguarda l’interruzione dei sondaggi a terra, disposta dal Comune di Melendugno nell’ottobre 2014, sulla base di una presunta mancanza di alcune autorizzazioni. Il Tribunale amministrativo sentenzio’ che le operazioni erano state effettuate sulla base di tutti i presupposti di legge. A seguire, Comune e Regione tentarono di invalidare la Via rilasciata nel settembre 2014 dal ministero dell’Ambiente e poi l’Autorizzazione unica rilasciata nel maggio 2015 dal ministero dello Sviluppo.
a Regione contesto’ anche il presunto abuso di potere della Presidenza del Consiglio, legato alla “mancanza di motivazione nel superamento del dissenso della Regione”. Tesi gia’ rigettata dal Tar, che sottolineo’ come “il regime di sindacabilita’ degli atti di alta amministrazione sia molto ridotto” e che l’aver dichiarato il gasdotto opera strategica abbia consentito al Consiglio dei ministri di “sostituirsi completamente alle amministrazioni interessate”. Altro nodo cruciale dei ricorsi era la mancata assoggettabilita’ del terminale di ricezione alla normativa Seveso, non necessaria secondo i giudici. Mentre in relazione ai dubbi del Comune sull’incompletezza della Valutazione di impatto ambientale a causa dell’assenza del progetto relativo all’interconnessione con la rete Snam (il tratto San Foca-Mesagne), il Tar aveva gia’ chiarito che a Snam spetta la realizzazione di quella parte dell’infrastruttura separata da Tap. Proprio contro il progetto di interconnessione, la giunta regionale pugliese, ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, contestando il decreto con cui il ministero dello Sviluppo – il 20 ottobre 2015 – ha inserito il tratto nella Rete nazionale dei gasdotti. Numerose denunce contro l’iter autorizzativo per la costruzione del gasdotto sono state presentate anche in sede penale. La Procura di Lecce ha avviato due indagini, di cui e’ stata poi chiesta e ottenuta l’archiviazione, non ravvisando elementi di responsabilita’ penale ne’ illeciti.