In un intervento pubblico al convegno Qualità Italia il ministro ha sostenuto che per creare lavoro e reddito non esistono invenzioni di redditi, invenzioni di lavori o invenzioni di bonus. Serve solo aumentare le condizioni di competitività affinché le imprese possano assumere. Elogio poi al piano Industria 4.0 di Renzi
Senza troppi giri di parole, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda affonda in un colpo solo tutta la politica di Matteo Renzi sull’assistenza ai lavoratori. A partire dai bonus. “Per creare lavoro e reddito non esistono scorciatoie, non esistono invenzioni di redditi, invenzioni di lavori, invenzioni di bonus. Si devono costruire le condizioni di competitività affinché le imprese possano assumere”, è la dura presa di posizione del ministro durante la cerimonia al Quirinale per la giornata “Qualità Italia“. “Se noi proviamo a tracciare scorciatoie – aggiunge- ripetiamo gli errori del passato”. Proprio ieri i dati Istat sui redditi hanno messo in evidenza i numeri delle misure di sostegno al reddito lanciate dall’esecutivo Renzi: ben un milione di contribuenti hanno dovuto restituire il bonus di 80 euro in toto, altri 700mila solo in parte.
Il ministro poi è tornato sui suoi passi: “Vedo che una parte del discorso che ho fatto oggi al Quirinale in occasione della consegna dei Premi Leonardo è stato inserito nel contesto di una polemica politica che non mi appartiene e a cui non intendo prendere parte”, ha precisato, sostenendo, senza però citare i bonus di 80 euro, che il piano Industria 4.0 è stato “il più importante programma di politica industriale varato da molti anni a questa parte”, “disegnato, pensato ed approvato dal governo Renzi”.
Per Calenda, comunque le scorciatoie non sono la strada giusta per creare reddito e occupazione: nei dati pubblicati oggi la disoccupazione si è attestata ancora stabile all’11,9%. “La domanda che ci si pone oggi è se dobbiamo essere ottimisti o pessimisti. Io penso che sia una domanda mal posta. Noi dobbiamo essere realisti, cercare di analizzare la situazione e il grado di complessità che la situazione merita in tutto il mondo”. “Io credo- continua- che non sia compito del governo spandere ottimismo o delle opposizioni spandere pessimismi ma sia compito di tutti costruire un percorso che si basi sulla razionalità. Credo poi che la complessità è la categoria in cui ci troveremo ad operare e credo che la complessità sia la categoria che i cittadini sono pronti ad acettare”.
Quanto alla competitivà, il ddl Concorrenza tornerà all’esame del Parlamento la prossima settimana e il ministro dello Sviluppo economico auspica una approvazione rapida. “La prossima settimana torna in Parlamento la legge sulla Concorrenza, speriamo per l’ultima volta. Siamo impegnati a portarla a casa ed a ragionare già sulla prossima”. E ancora: “Ci sarà un decreto energia che seguirà il varo della strategia energetica nazionale – ha affermato il ministro – le nostre imprese devono avere costi dell’energia allineati a quelli dei competitor”.
La Repubblica