di Cesare Lanza
Scommettiamo – credo di essere controcorrente – che la scissione del Pd, se si farà, potrebbe essere utile al quadro politico italiano, spesso ambiguo e confuso, indecifrabile, e, comunque, mai trasparente?
Ribadisco un legittimo dubbio: la scissione ci sarà? Siamo abituati ad assistere, in particolare per le vicende tormentate del partito democratico, a un passo avanti e due indietro – per qualsiasi conato di ribellione. Se la scissione davvero ci sarà, la vedo come un elemento certo traumatico, ma di chiarimento. Per tutti. Matteo Renzi, che di sinistra non è, si sarà liberato delle fastidiose opposizioni, che ha sempre ignorato e mortificato: si vedrà se riuscirà a sopravvivere politicamente e se davvero vorrà e potrà via via guidare uno schieramento allargato fino ai berlusconiani e agli ex democristiani. E le opposizioni, le minoranze di sinistra del Pd, riusciranno a compattarsi? E quanti voti prenderanno alle elezioni? (A differenza di molti, non sono scettico: se i vari Bersani, D’Alema, Emiliano, Rossi, Speranza e – chissà – forse anche Pisapia riusciranno a trovare un filo conduttore comune, il risultato potrebbe essere sorprendente). Dicono: se il Pd dopo la scissione sarà perdente, il guaio è che i 5 stelle e la Lega faranno il pieno… Rispondo: qual è il guaio? Non appartengo alla categoria di quelli che si terrorizzano e spargono terrore, per questa eventualità. Anzi: ci sarebbe un chiarimento anche su questo, finalmente. Ma il punto-chiave investe Renzi.
Le opposizioni lo hanno detto chiaramente: se Matteo resta segretario, non c’è spazio per noi. Riusciranno i nostri eroi (neanche il referendum ce l’ha fatta) a mettere fuori gioco definitivamente l’ex premier?
Cesare Lanza, La Verità