E intanto si muove per crescere tra video online e pubblicità
Vivendi «non ha alcuna intenzione di vendere la sua quota in Telecom Italia», in modo da risolvere subito i dubbi delle authority italiane su un eventuale intreccio Mediaset-Telecom Italia, di cui Vivendi è primo azionista. Ieri la smentita da Parigi del portavoce del gruppo guidato da Vincent Bolloré è arrivata poco dopo la notizia data dall’agenzia stampa Bloomberg, secondo cui i francesi sono disposti a cedere il 24% nell’operatore tlc tricolore, pur di arrivare a una svolta col Biscione e in ultima analisi poter avviare il loro progetto di un polo mediterraneo di contenuti tv.
Polo di produzione che, secondo Bolloré, deve includere anche Mediaset. Se poi ricomprendere la media company milanese porterà a uno scambio di azioni Vivendi-Mediaset (come già proposto ai Berlusconi) o a una scalata vera e propria, sempre secondo Bloomberg, questo non è ancora dato sapere. Anche perché, al di là della smentita di ieri, la strategia di Vivendi non è definita e viene cesellata di giorno in giorno.
L’indiscrezione di ieri così come la sua successiva smentita, quindi, vanno inquadrate nei recenti botta e risposta, diretti e indiretti, che i due colossi si scambiano a distanza e che vengono poi interpretati come possibili o meno segnali di apertura. Per esempio, se Vivendi è stata data come pronta a vendere la quota in Telecom Italia, a margine della presentazione londinese delle prossime linee guida del Biscione anche le parole del vicepresidente e a.d. Pier Silvio Berlusconi sono state interpretate come una possibile apertura, quando ha detto: «Come Mediaset siamo aperti a qualunque proposta possa creare valore e avere un senso industriale. Ma nessuna proposta ci è arrivata, noi non sappiamo altro rispetto a quello che leggiamo sui giornali. L’accordo (della scorsa primavera poi disatteso dai francesi, ndr) era il miglior incrocio possibile, non ne vediamo facilmente altri».
Di certo c’è che, al momento, sia Mediaset sia Vivendi si stanno muovendo in modo autonomo per rafforzarsi e prepararsi allo scontro finale. La prima ha annunciato che la sua pay tv Premium si apre a nuovi operatori, l’intero gruppo valorizzerà i contenuti gratuiti grazie a una nuova piattaforma di pubblicità digitale, punterà a una maggior produzione di contenuti locali e internazionali oltre che a nuove alleanze sul modello di Studio 71, partnership avviata con la tedesca ProSiebenSat.1 e la francese Tf1. Sull’altro fronte invece, stando a indiscrezioni della stampa francese, anche Vivendi sta studiando mosse in ambito pubblicitario e ha programmato per la prossima primavera la fusione con Havas, che già controlla anche se una fusione col colosso pubblicitario può assicurare più contenuti e sinergie. In parallelo, è stato annunciato un profondo restyling ad aprile di Dailymotion, piattaforma online per condividere video di proprietà di Vivendi. Mentre la pay tv del gruppo transalpino Canal+ ha avviato una serie di abbonamenti a prezzi più contenuti, visto il calo persistente di abbonati.
Intanto in Borsa, ieri, Mediaset ha chiuso al rialzo dell’1,57% a 4,276 euro e Telecom Italia dell’1,08% a quota 0,84 euro. Mentre a Parigi Vivendi ha archiviato la giornata su di un più contenuto 0,43% a 17,62 euro. In particolare, nel caso del Biscione, il titolo ha mantenuto il segno positivo davanti dopo i diversi giudizi dati dagli analisti. Tra chi, come Ubs, ha abbassato il giudizio a sell da neutral per motivi legati all’andamento del titolo, e chi come Mediobanca Securities ha apprezzato «l’analisi approfondita che ha fornito il management con il principale punto che, a nostro avviso, è rappresentato dalla revisione strategica del business della pay-tv, cosa che implica una visibile riduzione del profilo del rischio societario».
di Marco A. Capisani, Italia Oggi