Piraccini: un patto di filiera contro le barriere fitosanitarie
L’80% dell’ortofrutta consumata a Pechino passa dal mercato agroalimentare all’ingrosso della capitale cinese, il secondo più grande al mondo dopo quello di Parigi. Parliamo di una struttura da 6 km quadrati di superficie e 1.800 dipendenti, dove ogni giorno transitano in media 36 mila tonnellate di frutta e verdura, compresi i prodotti importati in arrivo da 40 diversi paesi (dati Freshplaza).
Tra questi c’è pure l’Italia, ma in maniera del tutto limitata e residuale, tanto che bisogna aguzzare la vista per trovare qualche cassa di kiwi. Già, perché l’Italia a causa delle barriere fitosanitarie, esporta in Cina soltanto questo prodotto (il 69% del kiwi europeo in Cina è made in Italy), anche se di recente si è aperto un varco per le arance siciliane e si spera di strappare nuove concessioni per pere e mele. Per il resto, il mastodontico mercato cinese da 1,4 miliardi di persone (il 20% delle quali ha raggiunto uno status di benessere e cerca prodotti di qualità e importazione) è pressoché precluso alle nostre aziende ortofrutticole. Ne sanno qualcosa i vertici di Macfrut, che hanno scelto proprio la Cina come paese partner della 34ª edizione della kermesse ortofrutticola romagnola (10-12 maggio a Rimini Expo Centre) e che nei giorni scorsi sono volati a Pechino per presentare l’evento all’Ambasciata italiana assieme a esponenti del Governo cinese, vertici di Regione Basilicata (partner dell’evento), aziende italiane che esportano nel Gigante Asiatico e altri operatori del settore. In questa occasione, tra una visita al mercato all’ingrosso di Pechino e una al nuovo supermercato Easyhome Ankang dove sono presenti innovativi sistemi di vertical farming per la coltivazione delle lattughe con sistema idroponico, il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini ha lanciato quello che alcuni osservatori hanno già ribattezzato il «Patto di Pechino». In sostanza, si tratta di un’ipotesi di accordo interno alla filiera ortofrutticola italiana per proiettarla con forza sui mercati extraeuropei così da superare gli ostacoli dell’export. Per il numero uno di Macfrut, vanno attivati gruppi di lavoro specifici per Paese o area geografica con esponenti di tutta la filiera, delle istituzioni e delle organizzazioni; gruppi che con periodicità affrontino le barriere fitosanitarie che bloccano le esportazioni e organizzino piattaforme di servizi comuni per gli esportatori.
Italia Oggi